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Giro d'Italia 2023

Manifestanti si sdraiano in strada per boicottare la tappa del Giro d’Italia, ma va tutto storto

Alcuni attivisti di Ultima Generazione hanno provato a fermare la 12ª tappa del Giro d’Italia occupando il percorso a pochi chilometri dal traguardo. La protesta non ha causato incidenti a persone e corridori.
A cura di Alessio Pediglieri
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Alla 12ª tappa del Giro d'Italia tra Bra e Rivoli momenti di tensione nella parte finale di frazione, quando nei chilometri conclusivi alcuni manifestanti per il clima, che fanno parte del movimento "Ultima Generazione", hanno provato a boicottare la corsa sdraiandosi per terra e occupando la strada. L'intento era richiamare l'attenzione generale sul tema delle devastanti e drammatiche conseguenze delle ultime catastrofi che hanno colpito il Nord Italia. La protesta però non ha sortito l'effetto sperato, con il passaggio indenne del plotone sul tratto di percorso scelto per l'iniziativa e la vittoria di Denz in volata senza particolari impedimenti.

C'è stato qualche istante di naturale tensione perché tre ragazzi, muniti di cartelli e sdraiati sull'asfalto, sono rimasti al centro della carreggiata per un breve periodo, con i corridori che stavano per sopraggiungere a tutta velocità. La protesta si è conclusa senza danni, con la carovana – formata da auto e moto, oltre che dalle biciclette – che è sfilato senza intoppi accanto ai manifestanti.

La protesta non è riuscita come sperato dai manifestanti a causa delle tempistiche: non appena si sono seduti in strada convinti che passasse il plotone, si sono presentati solamente in tre, Skujins, Denz e Berwick, autori della fuga di giornata. Alla fine nessun problema di sorta: i tre ciclisti hanno proseguito la loro pedalata passando a fianco dei ragazzi sdraiati senza accusare il minimo disagio. Poi, l'intervento della sicurezza presente sulle strade del Giro che ha avuto tutto il tempo per liberare l'asfalto, anche con metodi poco ortodossi, poi denunciati dagli attivisti.

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Il vero gruppo, quello della maglia rosa con più di una cinquantina di corridori asserragliati, era distante infatti oltre otto minuti, tempo più che sufficiente per riportare l'ordine sul tracciato. Al passaggio del plotone la strada era già completamente sgombra e percorribile. Se gli attivisti avessero scelto un momento diverso per inscenare la propria protesta, si sarebbe creato più di un semplice problema, con il rischio concreto di provocare cadute e pericoli per tutti i ciclisti.

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Una protesta che potrebbe ripetersi anche nei prossimi giorni durante le tappe alpine, come accade da qualche tempo nel mondo dello sport. Di recente è successo nelle gare di Formula E e non è un inedito nel ciclismo: l'anno scorso durante il Tour de France ci furono diverse manifestazioni per boicottare alcune tappe della corsa francese.

Dinanzi alle ultime drammatiche catastrofi ambientali che hanno colpito pesantemente l'Italia, gli attivisti sono pronti a ripetere altre dimostrazioni: "Ci scusiamo con tutte le persone appassionate di ciclismo" ha poi spiegato il gruppo in un comunicato stampa. "Ma questo sacrificio lo compiamo anche per tutelare lo sport in futuro. Purtroppo, le catastrofi ambientali renderanno prima o poi impraticabili anche queste manifestazioni sportive".

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