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Wijnaldum sfida il pubblico di Budapest prima di Olanda-Repubblica Ceca: “Potrei uscire dal campo”

Agli Europei tiene banco la battaglia per i diritti civili in difesa dei valori di uguaglianza ed inclusione, dopo il divieto dell’UEFA di colorare di arcobaleno l’Allianz Arena di Monaco in risposta ai provvedimenti del parlamento ungherese. A Budapest domenica prossima si giocherà Olanda-Repubblica Ceca: potrebbe diventare il palcoscenico di un gesto in mondovisione senza precedenti a questo livello.
A cura di Paolo Fiorenza
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La battaglia sui valori di uguaglianza, inclusione e rispetto per la comunità LGBT infuria agli Europei, di fronte ad una posizione dell'UEFA apparsa ai più opportunistica e amorale quando l'organizzazione di Ceferin ha proibito di colorare di arcobaleno l'Allianz Arena di Monaco, reputandola una ‘risposta politica' apertamente indirizzata al parlamento ungherese, che ha appena varato una normativa che limita la condivisione di contenuti su argomenti come omosessualità e transessualità per i minori di 18 anni.

Che l'argomento sia tutt'altro che chiuso, con match ancora da giocarsi a Budapest, lo dimostrano le parole ferme di Georginio Wijnaldum, capitano dell'Olanda che domenica prossima sfiderà la Repubblica Ceca alla Puskas Arena, dove il pubblico è già stato accusato di presunti abusi razziali nei confronti di Mbappé e insulti omosessuali verso Cristiano Ronaldo durante le partite della fase a gironi di Francia e Portogallo contro l'Ungheria.

Wijnaldum nell'occasione indosserà una fascia da capitano con i colori arcobaleno – simbolo di diversità, indossata anche da Neuer – e le parole "One Love". Il 30enne attaccante olandese afferma esplicitamente che la squadra potrebbe abbandonare il campo in caso di trattamento simile a quello ricevuto da Mbappé e Ronaldo: "L'UEFA dovrebbe essere lì per proteggere i giocatori e prendere lei la decisione. Non dovrebbe essere lasciata ai giocatori. I calciatori spesso vengono puniti per essersi protetti, quindi l'UEFA deve assumere un ruolo da protagonista in queste situazioni".

"Non so davvero come reagirò in una situazione del genere – spiega il nuovo giocatore del PSG Prima pensavo che sarei uscito dal campo, ma forse non adesso perché l'avversario penserà: ‘Lascia che lanci insulti razzisti e se ne andranno dal campo'. Potrebbe essere che uscirò dal campo, ma ne parlerò prima con i giocatori". Sarebbe dunque una decisione di squadra e non individuale, un gesto fortissimo in mondovisione contro le discriminazioni, da parte di una delle Nazionali più multietniche che ci siano.

"Ma non è soltanto contro l'Ungheria – aggiunge Wijnaldum – La fascia significa molto perché sosteniamo la diversità: ‘One Love' significa che tutti ne fanno parte e tutti dovrebbero essere liberi di essere ciò che sono. Noi come giocatori abbiamo un pulpito per fare tutto il possibile per aiutare".

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