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Ventura rialza la testa di fronte al disastro dell’Italia: “Io sono uscito con Svezia e Spagna…”

A 74 anni Gian Piero Ventura si è ritirato dalle panchine, ma adesso si ripropone in una nuova veste: “Io ho bisogno di adrenalina, credo di poter essere ancora utile”.
A cura di Paolo Fiorenza
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L'ultima partita giocata dall'Italia in un Mondiale rimane ancora il match perso con l'Uruguay del 24 giugno 2014 in Brasile: il gol di Godin ci mandò a casa e lì siamo rimasti per 8 anni, che ora diventeranno 12 nella migliore delle ipotesi, ovvero se riusciremo a qualificarci per il torneo che nel 2026 si disputerà tra Stati Uniti, Canada e Messico. La sconfitta inattesa e bruciante contro la Macedonia del Nord ha rinnovato lo shock che provammo quando la Nazionale di Gian Piero Ventura nel novembre 2017 perse il playoff contro la Svezia, dopo essere arrivata seconda nel girone alle spalle della Spagna.

Il 74enne tecnico genovese, che lo scorso anno ha annunciato il ritiro dalle panchine, adesso qualche sassolino dalla scarpa se lo toglie, raffrontando proprio la sua mancata qualificazione con quella dell'Italia del suo successore Roberto Mancini: "Il contesto era completamente diverso. Prima dei playoff la mia Nazionale era già contestata. Eppure io sono uscito con Svezia e Spagna, ma non mi piace fare comparazioni. Se poi penso a certe immagini: per esempio Gravina a Palermo era vicino a Mancini, al suo allenatore, gli ha dato sostegno. Ho sorriso in questi giorni leggendo alcune dichiarazioni, qualche giornale: ‘Nel calcio può succedere', ‘Caccia ai colpevoli'. Nel 2017 ce n'era solo uno. Trovai scorretto dovermi prendere tutte le colpe. Ma ormai l'ho superato, spero che l'Italia torni presto tra le migliori squadre del mondo".

Ventura e Bonucci a San Siro il giorno di Italia-Svezia nel 2017
Ventura e Bonucci a San Siro il giorno di Italia-Svezia nel 2017

Nell'intervista al Corriere della Sera, Ventura si ripropone per il mondo del calcio, in un'altra veste: "Non voglio più allenare, ma il pallone è la mia vita. Sarei felice di portare la mia esperienza in qualche società. Era giusto che dedicassi un po' di tempo alla mia famiglia, e l'ho fatto. Si dovesse creare un'opportunità sarei pronto, competitivo e determinato. Spero che mi rivedrete presto, non cerco un contratto, non mi interessa. Io ho bisogno di adrenalina, credo di poter essere ancora utile".

L'ex tecnico di Bari e Torino si dice d'accordo con la conferma di Mancini come Ct azzurro: "Penso che faccia bene a proseguire, ci sono tutti i presupposti per riprendere il discorso interrotto a Palermo. Stavolta non ci siamo sentiti, mentre dopo gli Europei gli ho mandato un messaggio per fargli i complimenti. Negli ultimi mesi c'erano stati dei segnali, si faceva troppa fatica a far gol. Durante l'Europeo la squadra era coraggiosa, bella in alcune giocate, leggera. Contro la Macedonia quelle sensazioni sono diventate fatica, affanno, timore. Hanno perso certezze – è l'analisi di Ventura, che poi spiega qual è secondo lui il problema principale – Abbiamo difficoltà a segnare e si criticano le punte, ma tra le prime sei squadre di serie A non c'è nessun attaccante italiano. Ci siamo giocati la qualificazione al Mondiale con giocatori naturalizzati, segno che qualcosa non va, è evidente. Ma ne discutiamo solo dopo un fallimento, tra una settimana saremo di nuovo concentrati su Juventus-Inter…".

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