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Mondiali in Qatar 2022

Un senzatetto scoppia in lacrime durante la festa dell’Argentina: gli hanno dato la maglia numero 10

Un senzatetto vuole partecipare anche lui alle celebrazioni per la vittoria dell’Argentina ai Mondiali, ma si sente escluso: finché qualcuno non gli va incontro e gli regala la maglia numero 10 della nazionale. È come aprire la stanza della festa per farlo entrare, l’emozione è troppo forte.
A cura di Paolo Fiorenza
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Tra le tante scene che resteranno impresse nella memoria collettiva di questi Mondiali vinti dall'Argentina dopo 36 anni di attesa ce n'è una che nelle ultime ore ha commosso l'intero Paese sudamericano. "Non te lo so spiegare, perché non capiresti", recita l'ormai famoso coro cantato dai tifosi dell'Albiceleste e dagli stessi giocatori per celebrare i successi in Qatar. Quella canzone, "Muchachos", diventata di fatto l'inno argentino del torneo, trasuda amore incondizionato per i colori della Selección. Amore e lacrime, per "le finali che abbiamo perso, quanti anni ho pianto per loro".

La grande festa dei tifosi dell'Argentina per la vittoria ai Mondiali
La grande festa dei tifosi dell'Argentina per la vittoria ai Mondiali

Adesso quelle lacrime di delusione per le tante sconfitte patite in questi anni sono diventate lacrime di gioia per la ‘tercera' alzata al cielo. Quelle stesse che non trattiene un uomo il cui volto trasfigurato è adesso uno dei più famosi d'Argentina, dopo che il video che lo ritrae nel corso dei festeggiamenti ha totalizzato milioni di visualizzazioni. È un senzatetto che gira per le strade assieme ad un carrettino su cui porta le proprie cose: anche lui vuole partecipare alla festa, altri tifosi lo incrociano e lo abbracciano.

Uno fa qualcosa in più: gli va incontro, si toglie di dosso la maglia numero 10 della nazionale – quella iconica che ogni tifoso sogna di avere fin da bambino – e gliela regala. È come stappare una bottiglia di emozioni che aspettavano da tempo di uscire allo scoperto. L'uomo non ci può credere, abbraccia e ringrazia il proprio benefattore, poi comincia a piangere a dirotto. Non riesce a fermarsi, piange e prova a infilarsi la maglia, ma è stravolto, è un'operazione laboriosa, nel mentre si inginocchia.

Alla fine ci riesce, guarda il cielo, poi si flette e bacia la terra. È il suolo di quell'Argentina che con lui è stata matrigna, probabilmente non gli ha dato le stesse opportunità concesse agli altri, ma in quel momento conta solo sentirsi parte di qualcosa, essere tifoso in mezzo ai tifosi. Per un breve attimo le differenze non esistono più, avere quella maglia albiceleste addosso è il lasciapassare per entrare nella stanza della festa dove sono tutti gli altri. La gente intorno a lui applaude, gridano "vamos, vamos", lo abbracciano ancora, lui fa il segno del tre, come le coppe del mondo vinte da Kempes, Maradona e Messi.

La scena, oltre a essere potente da un punto di vista emotivo, restituisce l'immagine di un Paese martoriato da una crisi economica senza fine, con un'inflazione alle stelle e sacche di povertà diffusa. L'organizzazione no profit ‘Habitat for Humanity' ha stimato che oltre il 40% della popolazione argentina vive in povertà: vedere persone che spingono carrettini come quello del senzatetto ritratto nel video è una scena tutt'altro che poco abituale per le strade di Buenos Aires e di altre città. Si intuisce bene come il trionfo della nazionale abbia dato una grande mano al presidente Alberto Fernandez per far dimenticare per qualche giorno la situazione difficile in cui si dibatte l'Argentina.

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