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Tare non ci sta e racconta tutta la storia con Lulic: “Macché tradito, non volle sentire ragioni”

Il Ds della Lazio Igli Tare risponde alla dura intervista dell’ex capitano Senad Lulic: “Quella parola, tradito, mi ha ferito, non è giusta. Il rancore non può sporcare la sua storia laziale”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Le parole amare di Senad Lulic nei confronti della Lazio, ad un anno di distanza dall'addio alla maglia biancoceleste – avvenuto evidentemente contro le sue aspettative di continuare, a dispetto dell'età e dei tanti acciacchi degli ultimi tempi – hanno ricevuto immediata risposta da parte del Ds dell'Aquila Igli Tare. L'accusa di essere stato tradito dalla squadra della sua vita dopo 10 anni di grande amore, proprio lui, il capitano, l'uomo dell'immortale Coppa Italia del gol segnato alla Roma al 71′, non poteva passare in quel modo agli occhi della società biancoceleste. "Alla fine un bel calcio in c… neanche un grazie", era stato lo sfogo di Lulic.

E dunque ieri di buon mattino Tare, dopo aver letto l'intervista del bosniaco sul Corriere dello Sport, ha chiamato il direttore del giornale per dare la sua versione dei fatti: "Quella parola, tradito, mi ha ferito, non è giusta. Non lo è per i dieci anni che Senad ha trascorso nella Lazio, per la fiducia e i contratti rinnovati più volte, per il rapporto che ho sempre avuto con lui, di grande correttezza e chiarezza. Lo presi nel 2011 dallo Young Boys, ero certo che avesse le caratteristiche ideali per giocare nella Lazio. Non mi sbagliai. Nei primi tre, quattro mesi mi era costato attacchi di ogni genere: non piaceva, lo stavano, lo stavate distruggendo".

Lulic con la Supercoppa italiana vinta nel 2019
Lulic con la Supercoppa italiana vinta nel 2019

Tare spiega cosa sia accaduto la scorsa estate: "Nella sua intervista mancano pezzi fondamentali. Penultimo anno di Inzaghi alla Lazio, il contratto di Senad è scaduto. Lui ha già trasferito la famiglia in Svizzera, è li che vuole vivere. Prendiamo un caffé, lo informo che la società è pronta a offrirgli un altro anno. Simone ha uno splendido rapporto con lui, è il suo capitano, un riferimento costante. Purtroppo in quella stagione gioca pochissimo, l'infortunio di cui parla è più serio del previsto, in pratica l'attività sportiva risulta ridottissima. Ci avviamo verso la conclusione naturale del rapporto. Dopo la partita col Sassuolo, l’ultima di campionato, lo sento al telefono".

"La società non sa ancora se Simone rimarrà o meno e la programmazione è condizionata proprio dalla permanenza dell'allenatore – continua Tare – Sono cose che gli comunico senza trascurare alcun particolare, massima chiarezza e onestà. Le porte della Lazio per lui sono soltanto semichiuse, preciso in quell'occasione, tutto dipende dalla guida. Il motivo per cui non posso sbilanciarmi, azzardando promesse, è soltanto questo. Con Sarri il progetto cambia radicalmente. Il 30 giugno, sempre al telefono, spiego a Senad che la società ha intenzione di avviare un percorso di ringiovanimento, la nostra è la squadra più vecchia della serie A, e nel suo ruolo c'è l’intenzione di prendere uno più giovane di otto anni (Hysaj). Tuttavia gli anticipo che non appena riapriranno gli stadi la società organizzerà una cerimonia all'Olimpico per salutarlo degnamente davanti alla sua gente. Lui è nella storia della Lazio e lo sarà per sempre".

Ma Lulic la prende male e la sua risposta sancisce una rottura evidentemente non più sanata: "Risponde ‘grazie, non voglio niente'. Insisto, ma non sente ragioni, reagisce di pancia. Più avanti riceverà lo stesso invito da parte della curva e non risponderà a nessuno. Senad è speciale per tutte le ragioni che sappiamo e nella lunga intervista al vostro giornale mi sarei aspettato almeno un grazie, anche al sottoscritto, non il riferimento a un tradimento mai consumato. Leggere quella cosa mi ha fatto male. Rinnovo l'invito: quando Senad vorrà, quando per lui sarà il momento, la società si metterà a disposizione. Il rancore non può sporcare la sua storia laziale".

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