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Tamponi Lazio, la perizia: Strakosha positivo, Immobile e Lucas Leiva negativi

Ciro Immobile e Lucas Leiva negativi mentre Thomas Strakosha è risultato positivo al tampone che lo scorso 6 novembre era invece risultato negativo. Questo l’esito della perizia tecnica irripetibile che la Procura di Avellino ha affidato alla consulente d’ufficio Maria Landi sui 95 tamponi processati dallo stesso centro Futura Diagnostica di Avellino su calciatori, familiari e staff del club biancoceleste. Il Centro d’Avellino intende chiedere alcuni chiarimenti.
A cura di Fabrizio Rinelli
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L'inchiesta della Procura di Avellino sui tamponi ai calciatori della Lazio processati dal Centro Futura Diagnostica continua e ha aperto nuovi scenari sulla vicenda. Secondo quanto emerso nella giornata di oggi, la perizia tecnica irripetibile che è stata affidata dalla stessa Procura alla consulente d'ufficio Maria Landi sui 95 tamponi processati dallo stesso centro Futura Diagnostica di Avellino su calciatori, familiari e staff del club biancocelesti, ha portato alla luce il fatto che Immobile e Lucas Leiva fossero negativi mentre Strakosha positivo al riprocessamento dei tamponi all'ospedale Moscati di Avellino.

Su quest'ultimo dato è dunque emersa una discordanza dato che l'estremo difensore albanese della Lazio dall'esame del 6 novembre scorso era risultato invece negativo dopo i test del centro di Avellino. Lo stesso centro Futura Diagnostica, a questo punto, ha chiesto chiarimenti in merito, specie in virtù delle ore trascorse e sulle eventuale distorsioni che potrebbero essere state generate.

Straskoha positivo: questo l'esito della perizia sui tamponi

Dalla perizia tecnica irripetibile è dunque emersa la positività al tampone di Thomas Strakosha. Il portiere della Lazio che dai test emersi dal Centro Futura Diagnostica di Avellino,lo scorso 6 novembre, risultata invece negativo. I legali del centro, insieme al consulente di parte, intendono chiedere chiarimenti in merito per cercare di mettere in luce alcuni tasselli.

Il punto centrale è rappresentato dal numero dei cicli di amplificazione utilizzati dal consulente della Procura nel momento in cui sono stati riprocessati i tamponi. Da questo, sarebbero potute emergere eventuali distorsioni generate dal fatto che gli stessi tamponi siano stati riprocessati a 96 ore dal primo esame e non entro le 48 ore previste dai protocolli dell'istituto Superiore della Sanità.

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