Suona la campanella davanti a uno stadio pieno: a 8 anni ha sconfitto la leucemia

Din don, din don, din don. Felix Martineau ha 8 anni e agita la campanella in mezzo al campo. Si diverte, sorride alla vita. Quei rintocchi hanno un valore speciale, segnano la fine del brutto incubo, scacciano la paura per la leucemia dalla quale è guarito dopo tre anni di cure. Il piccolo tifoso del Qpr al collo reca la sciarpa del club e accelera il passo quando gli fanno cenno che può scendere sul rettangolo verde. Non crede ai suoi occhi, è tutto vero: accanto a sé ha la sorella maggiore che lo accompagna verso il cerchio di centrocampo.
Il brusio del pubblico, incuriosito, si tramuta in applauso scrosciante quando è chiaro il senso di quell'episodio. Un bimbo ce l'ha fatta e vederlo felice è l'immagine più bella che possa restituire un match di calcio. Din don, din don, din don… lo scampanio ha un significato particolare: quando un paziente è riuscito a superare la malattia, quando finalmente anche i trattamenti e la terapia sono finiti, i pazienti suonano la campanella in ospedale e leggono una poesia. Felix ha ripetuto quel gesto sul prato che tante volte ha visto in tv oppure dalle tribune.

Il Queens Park Rangers – club londinese di Loftus Road che milita in Championship (l'equivalente della Serie B italiana) – non ci ha pensato due volte nel concedere al ragazzino di ripetere quel rituale di buon augurio anche in mezzo al campo. L'abbraccio con la sorella ha sancito quel momento molto commovente, apprezzato dai tifosi che hanno manifestato la loro gioia sui social network.

"Momento assolutamente incredibile per quel ragazzino e la sua famiglia", ha scritto uno dei fans del Qpr. "Fantastico! Che ragazzino coraggioso e che bel momento per lui e per la sorellina", ha aggiunto un altro. E che il Bournemouth abbia vinto 0-1 in trasferta è un dettaglio di secondo piano. A vincere è la vita di un bimbo che a 8 anni ha vinto la sua partita più importante. E può continuare a sorridere, sognare al suono di una campanella.