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Spalletti svela che Totti una notte gli è apparso in sogno: “Francesco, non te l’ho mai detto”

Luciano Spalletti racconta per la prima volta il sogno in cui Francesco Totti gli apparve e per fargli un discorso: quello che aveva sempre sperato e desiderato.
A cura di Paolo Fiorenza
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Oggi i rapporti tra Francesco Totti e Luciano Spalletti si sono ricomposti, dopo qualche anno di freddezza tra i due conseguente alla fine traumatica della carriera del Pupone alla Roma. Una conclusione avvenuta nel 2017 all'età di 40 anni e che il capitano giallorosso ha vissuto come forzata per tutto quello che è accaduto in quell'ultima stagione, che lo ha visto finire fisso in panchina, dopo che l'anno prima era stato messo addirittura fuori squadra da Spalletti in seguito a un'intervista in cui aveva espresso pubblicamente la sua frustrazione per il poco spazio concessogli. In quei mesi la tensione tra Totti e Spalletti raggiunse vette molto alte e mise gran parte della tifoseria romanista contro il tecnico. Oggi che le cose sono cambiate e il tempo ha aggiustato molte cose, Luciano può dire alcune cose a cuore aperto a Francesco, inclusa una notte in cui il capitano gli apparve in sogno per fargli un discorso.

Totti apparso in sogno a Spalletti: cosa gli ha detto

Un discorso bellissimo, che Spalletti evidentemente sperava di sentire con tutto il suo cuore, se è vero che i sogni sono l'espressione dei nostri desideri e delle nostre paure. "C'è una cosa che non gli ho mai detto, a Francesco, nemmeno il giorno in cui ci siamo riabbracciati al Bambin Gesù, e ne approfitto per dirgliela ora – scrive il CT dell'Italia nel suo libro appena uscitoUna notte, quando in città non si parlava d’altro che di noi, della nostra storia, ti ho sognato mentre mi venivi a dire queste parole: ‘Mister, ho capito di aver sbagliato con te. Ho capito che, in realtà, tu non mi stai penalizzando come pensavo ma, al contrario, stai facendo di tutto per allungarmi la carriera…'. Poi mi sono svegliato".

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I rapporti ricuciti tra i due: "Una storia troppo bella per finire in modo becero"

"Uno dei miei grandi motivi di orgoglio, oggi, è quando con suo figlio Cristian ci sentiamo per parlare di calcio – racconta Spalletti, facendo capire con una sola immagine come sia cambiata adesso la situazione e i rancori abbiano ceduto il posto a empatia e vicinanza – È, per me, una splendida estensione di quella che è la mia storia con Francesco. Troppo bella, troppo importante per finire in modo becero. Penso spesso che ciascuno di noi deve immaginare la propria vita come una storia da trasmettere a chi ci ascolta, a chi ci vuole bene, a chi ha stima di noi. Alla fine, è stato anche questo il motivo per cui ho accettato di scrivere questo libro".

"Di recente, mi è capitato di vedere qualcosina di ‘Speravo de mori' prima', la serie tv in cui si racconta anche di me e Totti, di quanto accaduto nell'ultimo anno in cui l'ho allenato – continua il 66enne allenatore toscano – Ma in generale ho preferito ignorarla. Francesco, ragazzo intelligente, sa bene che lo Spalletti 113 Capitani favolosi (e tempestosi) raccontato lì ha poco a che fare con quello vero. E che lui ha conosciuto bene. Quello che, per dirne una, quando se ne stava in clinica mogio mogio con il suo gambone ingessato, andava a trovarlo quasi ogni sera e provava a intrattenerlo fino a notte fonda. Sai, Francesco, stavo pensando che magari un giorno, chissà, ne faremo una insieme, di serie, e la chiameremo: ‘Speriamo de mori' tutti dopo'… Sarebbe diversa in molte scene, più completa e anche molto più spiritosa".

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Per Spalletti "Francesco sarà sempre come un figlio", mentre Ilary è solo "una piccola donna"

Parole calde come un abbraccio, mentre non si può dire lo stesso per l'ex moglie di Totti, Ilary Blasi, definita "piccola donna" da Spalletti nel libro: "Francesco per me sarà sempre come un figlio, allo stesso tempo la sua ex moglie non sarà mai per me come una nuora. Quando lei mi offese gratuitamente presi ancora più consapevolezza di quanto fossi un uomo fortunato ad avere al mio fianco una compagna molto intelligente, che mai mi ha messo in imbarazzo intromettendosi con così tanta arroganza e maleducazione nel mio lavoro. Può capitare, nel corso di una vita, di essere un piccolo uomo (così lo definì la Blasi per prendere le parti di Totti nel settembre del 2016, ndr) o una piccola donna. Certamente lo è stata lei quando si è permessa di rivolgersi a me in quel modo. Cosa della quale – immagino – si sarà pentita".

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