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Spalletti stravolto in TV dopo il debutto sulla panchina della Juventus: “Sono già spalle al muro”

Dopo la vittoria all’esordio sulla panchina della Juventus, Luciano Spalletti si mostra provato e ammette la pressione: “Sono già spalle al muro, ma la strada è ancora lunga”.
A cura di Michele Mazzeo
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Luciano Spalletti comincia la sua avventura alla Juventus con una vittoria, ma il debutto allo Zini di Cremona lascia il segno più sul piano emotivo che su quello tattico. A fine gara, davanti alle telecamere, l'allenatore toscano appare già provato, quasi incredulo davanti alla nuova dimensione che lo attende. "Sono già spalle al muro, sono già prigioniero. L'ho detto perché bisogna dirlo, ma la strada è lunghissima", ammette con un sorriso amaro nel momento in cui gli si è inevitabilmente rivolta una domanda sulle possibilità di Scudetto della sua squadra, obiettivo di cui lui stesso ha parlato in fase di presentazione.

Il successo per 2-1 contro la Cremonese regala tre punti e un po' di ossigeno, ma non toglie la sensazione di trovarsi sotto pressione fin da subito. Spalletti conosce bene il peso della panchina bianconera e lo ribadisce: allenare la Juve significa "sentire la pesantezza di quello che c'è dietro", un'eredità che alcuni giocatori devono ancora imparare a reggere, come ha ammesso lo stesso tecnico toscano.

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Stanco, quasi stravolto, ma con il solito piglio sarcastico ("Sono cotto come un fegatello" ha infatti detto scherzando con Ciro Ferrara durante l'intervista TV post-partita ai microfoni di DAZN), Spalletti racconta la difficoltà di un esordio vissuto tra adrenalina e tensione. E, come lascia intendere il retroscena raccontato da Cambiaso dopo la gara, anche un pizzico di rivalsa dopo la delusione da CT della Nazionale. Ma il messaggio che manda alla squadra è chiaro: non difendersi, giocare e dominare.

L'esperimento di Koopmeiners nel ruolo di braccetto sinistro, una mossa che ha spiazzato tutti, è il simbolo della sua mentalità offensiva. "Non si va a difendere una partita, si va a giocare", ha spiegato, sottolineando come l'ex Atalanta abbia saputo comandare i compagni e interpretare il ruolo con intelligenza.

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Sotto la gestione dell'ex ct azzurro, la Juventus ha mostrato una squadra più aggressiva e organizzata, pur con margini di crescita evidenti. Tante occasioni create, altrettante sciupate: "Abbiamo fatto una buonissima partita ma dobbiamo migliorare, perché crearle e poi sprecarle non basta", ha detto Spalletti.

Spalletti non nasconde l'impatto con il mondo Juve: "Da fuori sembra una bella cosa, poi ci entri e ti accorgi che non hai visto niente. Essere a quel livello non è facile". Una frase che racconta tutta la complessità del contesto in cui è piombato.

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L'ex allenatore del Napoli trova però una base solida su cui costruire. Riconosce il lavoro lasciato da Tudor e la condizione fisica della squadra, ma avverte: servono giocatori capaci di indossare con naturalezza la maglia bianconera, di sostenere la pressione e la storia del club.

Nel suo primo giorno da tecnico juventino, Spalletti mostra già i tratti di chi ha capito dove si trova. Ha vinto, ma sa di essere già sotto esame, intrappolato tra aspettative e realtà. E, come lui stesso ha ammesso con ironia, "sono già con le spalle al muro".

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