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“Siamo la Juve e non ci riceve la prefettura”: Paratici spazientito per la pratica di Suarez

Gli atti dell’inchiesta della magistratura di Perugia sull’esame farsa di Luis Suarez sono pieni di messaggi e chat WhatsApp in cui protagonisti sono i dirigenti della Juventus, affannosamente all’opera per trovare la via più rapida per far ottenere la cittadinanza italiana all’attaccante uruguaiano. Il 3 settembre Fabio Paratici perde la pazienza perché la prefettura di Torino non ha tempo di ricevere la Juve.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dagli atti dell'inchiesta della magistratura di Perugia continuano ad arrivare altre dichiarazioni e messaggi dei protagonisti della vicenda che avrebbe dovuto portare all'acquisizione della cittadinanza italiana da parte di Luis Suarez, condizione indispensabile per poter essere tesserato come comunitario dalla Juventus.

Non solo verbali di interrogatorio, come quello in cui il presidente Andrea Agnelli addossava l'intera responsabilità dell'iniziativa al Direttore Sportivo bianconero Fabio Paratici, ma anche una quantità enorme di chat di WhatsApp, sms ed email, in cui sono attori i dirigenti della Juventus. In particolare c'è uno scambio, svelato dalla ‘Gazzetta dello Sport', tra Paratici e Maurizio Lombardo, all'epoca segretario generale del club bianconero.

È il 3 settembre, siamo in piena attività della Juve volta a trovare la via più veloce per far ottenere la cittadinanza italiana a Suarez: il primo step è avere un appuntamento con la prefettura di Torino per avere informazioni. Lombardo messaggia Paratici, spiegando che "la prefettura ha confermato che oggi non mi poteva ricevere. Dina sta cercando di fissare per domani mattina!". Al che Paratici sbotta: "Caz.. siamo la Juve e non ci riceve la prefettura".

La Dina citata da Lombardo è Dina Moschillo, assistente del presidente Agnelli, che cerca in tutti i modi di velocizzare la cosa, peraltro riuscendoci, come testimonia il successivo messaggio di Lombardo: "Da Dina – Maurizio, il vicario del prefetto dr. Parente ti aspetta domani alle 12 in Prefettura".

Nell'interrogatorio il segretario generale della Juve ha chiarito di non aver mai nominato Suarez nei contatti con la prefettura, ma solo di aver chiesto l'intervento della Moschillo "al fine di farle richiedere un appuntamento per me in prefettura per ulteriori chiarimenti circa la procedura di concessione della cittadinanza". Soltanto una volta ricevuto, in quella sede sarebbe stato fatto il nome di Suarez.

Dal tenore di questi messaggi emerge quanta fretta avesse la Juventus ad inizio settembre per riuscire a completare il tesseramento di Suarez in tempo per iscriverlo alla lista Champions, circostanza esibita dal club bianconero come prova del fatto che al tempo dell'esame farsa dell'uruguaiano l'interesse del club bianconera già fosse decaduto, una volta resisi conto dell'impossibilità di stare nei tempi.

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