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Serie A, ripartenza con riserva. Gravina: “Il rischio stop per contagio è dietro l’angolo”

A una settimana dalla ripartenza il Presidente federale Gabriele Gravina torna sul concreto pericolo di un nuovo stop in caso di contagio: “Siamo in sicurezza, con prevenzione e monitoraggio sui protocolli per evitare infrazioni. Ma se ci saranno positivi, ci sarà la quarantena, alcune gare dovranno essere posticipate. Un rischio stop c’è, è inutile nasconderlo”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Presidente della Federcalcio italiana Gabriele Gravina è stato uno dei principali artefici che ha permesso il ritorno al calcio giocato. La stagione riparte anche grazie alla sua mediazione nel trovare un punto di collegamento tra diverse correnti e le Istituzioni. Alla fine, si è elaborato un piano che, per ammissione del numero 1 del calcio italiano, avrà un piano di riserva e un eventuale ultimo stadio, fatto di algoritmi che – pur non piacendo ad alcuno – permetterebbe di porre comunque fine alla stagione. Ma al di là delle speranze e delle aspettative c'è anche molto pragmatismo e nessuna illusione come traspare dalle ultime dichiarazioni rilasciate ai microfoni Rai: "Il rischio di un nuovo contagio c'è sempre ed è reale e così il rischio di doversi fermare ancora".

Nessun allarmismo ingiustificato, anzi. Gravina è pronto a utilizzare qualsiasi mezzo lecito perseguire per concludere la stagione regolare e portare a termine le gare di Serie A fino alla 38a giornata, possibilmente nel calendario disegnato per rispettare le volontà Uefa per l'Europa e la Champions League e salvaguardando anche la Coppa Italia.  Un piano di ‘recupero' del calcio nel suo insieme che – al netto di situazioni oggi impossibili da prevedere – dovrebbe permettere l'assegnazione del titolo, lo spazio per il calciomercato e il riposo e la ripartenza della prossima stagione in modo regolare.

"Sicurezza". E' questa la parola chiave che Gravina va da tempo ripetendo. Sicurezza per i giocatori, per gli staff che li seguono, per gli arbitri, per i tifosi, i giornalisti. I protocolli fino a questo momento hanno dato prova di aver funzionato, ora però, più precisamente dal 12 giugno quando si fischierà la prima delle partite con la semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Milan ci sarà un punto di non ritorno: "Siamo perfettamente consapevoli che dietro l’angolo c’è sempre un rischio di fermarsi ancora una volta. Sicurezza significa applicare correttamente il protocollo, monitorare, prevenire ed evitare violazioni che possano compromettere il percorso indicato".

Uno dei punti di maggior discussione è stato il problema quarantena dal quale le istituzioni non si sono discostate: "In caso di nuovo contagio è previsto l’isolamento del positivo o dei positivi. Tutti coloro che avranno avuto contatti con questi soggetti andranno in quarantena, non ci sono alternative. I giocatori in questo periodo continueranno comunque ad allenarsi, ma devono evitare il contatto con l'esterno e dunque le altre partite non possono giocarle fino alla fine dei 14 giorni di controllo".

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