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Sarri va fino in fondo: vuole portare in tribunale l’arbitro Chiffi per Milan-Lazio

Neppure la sentenza della Corte Sportiva, che ha confermato le due giornate di squalifica dopo i fatti di Milan-Lazio, ha fatto rassegnare Maurizio Sarri. Il tecnico biancoceleste non siederà sulla panchina nel prossimo impegno in casa del Torino ma ha deciso di passare alla giustizia ordinaria e portare l’arbitro Chiffi in tribunale. L’accusa sarebbe la presunta diffamazione del direttore di gara, che avrebbe sentito delle espressioni blasfeme mai effettivamente pronunciate da Sarri.
A cura di Andrea Lucia
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Il caso Sarri sembra non finire mai. Dopo che la Corte Sportiva D’Appello ha respinto il ricorso della Lazio e confermato le due giornate di squalifica all'allenatore toscano per i fatti di Milan-Lazio, la palla passa alla giustizia ordinaria. Stavolta la questione diventa personale e in campo scendono i suoi avvocati di fiducia. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, Sarri vuole infatti portare l'arbitro Chiffi in tribunale e ha già dato mandato ai suoi legali di procedere. Probabilmente lo querelerà per presunta diffamazione ma per farlo ha bisogno di ottenere una deroga alla clausola compromissoria. La chiederà alla Figc anche se è molto difficile ottenerla visto che finora non è mai stata concessa. Il rischio è quello di creare un precedente pericoloso ma in questa storia, che ormai non riguarda più direttamente la Lazio, Maurizio Sarri vuole andare fino in fondo.

Il tecnico biancoceleste era stato espulso al termine di Milan-Lazio del 12 settembre e aveva avuto uno scontro verbale con l'arbitro Chiffi nel tunnel degli spogliatoi di San Siro. Sarri aveva prima litigato con Saelemaekers denunciando la perdita di tempo e una successiva presa in giro da parte del belga. L'allenatore avrebbe detto "Lasciaci giocare" e il calciatore avrebbe risposto indicando più volte il tabellone che segnava il risultato di 2-0. Da lì le scintille e il direttore di gara che sventola il cartellino rosso nei confronti di Sarri. Il Giudice Sportivo aveva poi inflitto due giornate di squalifica al tecnico toscano per l’atteggiamento "intimidatorio" nei confronti di Saelemaekers e "per avere contestato la decisione arbitrale proferendo espressioni blasfeme" nei confronti del direttore di gara.

La Lazio ha poi fatto immediatamente ricorso e anche i legali del tecnico hanno provato a smontare la tesi di Chiffi. Sarri, nella conferenza prima della trasferta europea in casa del Galatasaray, aveva negato di aver bestemmiato al cospetto dell’arbitro e di avere tre testimoni pronti a confermare la sua versione. Davanti alla Corte, riunita per emettere la sentenza, non è stato facile smentire l’accusa dell’arbitro Chiffi, che nel referto aveva riportato a chiare lettere un’imprecazione di Sarri rivolta al Divino. Il Corriere dello Sport fa sapere che "durante l’audizione, svolta ieri in videoconferenza, i legali della Lazio hanno provato anche a spiegare, con una manovra al limite, che l’intercalare del tecnico fa parte del lessico toscano puro e non aveva nessun significato religioso. Per di più le parole incriminate erano state pronunciate all’interno di un colloquio a due con l’arbitro e non in pubblico".

Ma la giustizia sportiva è stata irremovibile: la Prima Sezione della Corte Sportiva D’Appello Nazionale, presieduta da Carmine Volpe, non ha accolto le tesi difensive e ha respinto il reclamo. Ecco perchè anche contro il Torino giovedì sera mister Sarri si accomoderà in tribuna e sarà sostituito in panchina dal suo vice Martusciello. Accanto a lui, come contro il Cagliari, saranno presenti anche il collaboratore tecnico Marco Ianni, il talent scout Gianni Picchioni e il match analyst Allavena. Sarri tornerà al suo posto domenica alle 18 nel derby contro la Roma di Mourinho. Anche in quel caso sarà l'osservato speciale visto che le recidive sono punite più severamente delle normali squalifiche.

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