Roma, Juan Jesus: “Mai abbassare la testa di fronte al razzismo”
Dopo il caso di razzismo che lo ha visto purtroppo protagonista, e il successivo daspo al 36enne originario di Civitavecchia (colpevole di stalking e ripetute minacce), Juan Jesus è tornato a parlare dell'episodio razzista e del triste fenomeno che sta coinvolgendo il calcio italiano. Di fronte alla domanda sul perché ha deciso di intraprendere un'azione tanto decisa, il difensore giallorosso ha voluto spiegare e mandare un messaggio a tutti.
L'orgoglio e la forza di Juan Jesus
"Lo faccio non solo per me, ma per tutti quelli che subiscono offese per il colore della pelle e devono chinare la testa – ha dichiarato in un’intervista rilasciata a calciomercato.com – Non abbassatela. Tenetela alta, perché l’unica razza che esiste è quella umana. Siamo tutti fratelli. E se domani mi chiedessero di stare in prima fila in questa lotta ci andrei di certo e con orgoglio. Così come sarei pronto, per primo, a un gesto forte in caso di manifestazioni razziste durante una partita".
"Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno mandato messaggi solidali – ha aggiunto Juan Jesus – Dal Premier Conte, al sindaco di Roma Virginia Raggi, a tutti coloro che hanno avuto un pensiero per me. Questa simpatia e gli attestati che ho ricevuto li giro a tutti quelli che subiscono insulti quotidianamente in ogni parte del Mondo. Non siete soli, siamo tutti uniti contro l’ignoranza e l’odio". A far da eco alle parole del brasiliano, si è poi unito anche il suo procuratore.
Le parole del procuratore
"Juan ci è rimasto male. Non è la prima volta che gli capita di subire questi insulti schifosi – ha spiegato Roberto Calenda – Ci tiene tantissimo a questa battaglia. Non solo per lui che comunque ha le spalle grandi ma soprattutto per tutti quelli che nella vita di tutti i giorni devono sopportare epiteti schifosi senza avere le possibilità di difendersi".
"Perché abbiamo deciso di andare fino in fondo? Perché questa volta si tratta di una persona che è andata avanti più di un mese a insultare Juan per il colore della sua pelle. Qui è razzismo allo stato puro, non un ragazzino che scrive cose che nemmeno conosce. Attenzione non voglio così giustificare tutti quegli haters minorenni che passano le giornate a ricoprire d’insulti persone famose. Anzi. Serve dare un segnale. E quello di Juan e della Roma è bellissimo. Si è fatta giurisprudenza. Da oggi in poi nulla sarà più come prima".