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Richiesta l’archiviazione sull’indagine plusvalenze per l’Inter: “Nessuna condotta fraudolenta”

Aperta nel dicembre 2021, l’inchiesta sulle presunte plusvalenze “gonfiate” dal club nerazzurro, alterando i bilanci di due esercizi, non ha dato ulteriori elementi per proseguire le indagini.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'inchiesta per le plusvalenze sospette a carico dell'Inter sta andando verso l'archiviazione, come richiesto dai pubblici ministeri di Milano, Giovanna Cavalleri e Giovanni Pozzi dopo gli approfondimenti eseguiti in seguito ai quali non sarebbero emerse condotte compromettenti a finalizzare i bilanci sotto osservazione, relativi alle stagioni 2017-2018 e 2018-2019. Adesso l'ultima parola spetterà al Gip, il Giudice delle indagini preliminari che, se riterrà che la notizia di reato sia infondata, in quanto gli elementi che si sono acquisiti durante le indagini preliminari non sono idonei a sostenere l'accusa in giudizio, archivierà il fascicolo in via definitiva.

L'indagine era iniziata mesi fa, ad inizio dicembre 2021, quando erano avvenute anche perquisizioni nella sede nerazzurra da parte della Guardia di Finanza di Milano, con il nucleo di Polizia economico finanziaria che aveva indagato su una serie numerosa di compravendite effettuate dal club interista e finite sotto le lente di ingrandimento delle autorità per presunte cifre considerate ‘sproporzionate' rispetto ai valori effettivi del mercato.

L'inchiesta era stata aperta il 9 dicembre 2021 ma per i Pm non c'è stata alcuna condotta illecita.
L'inchiesta era stata aperta il 9 dicembre 2021 ma per i Pm non c'è stata alcuna condotta illecita.

Un "problema" che aveva avvolto l'intero sistema del calcio italiano con altre società più o meno coinvolte e poi definitivamente tutte prosciolte. Nel caso dell'Inter, la cifra sotto inchiesta era quasi di 100 milioni, e si riferiva in particolar modo alle trattative attorno al portiere Ionut Radu e all'attaccante Andrea Pinamonti che erano stati scambiati con il Genoa nel biennio sotto osservazione per un totale di oltre 27 milioni di euro.

Oltre ai due giocatori, risultavano sospetti anche i passaggi di altri giocatori di seconda o terza fascia, con il dubbio che ciò fosse servito a sistemare i conti societari inserendo a bilancio decine di operazioni considerate frutto di plusvalenze "gonfiate". Adesso, però, gli ultimi accertamenti non hanno dato ulteriori elementi e i due pm milanesi hanno confermato di non aver rilevato condotte della dirigenza interista che potessero avallare la tesi di azioni "di natura fraudolenta finalizzata a un'alterazione dei bilanci" e, quindi, "senza che siano emersi specifici profili di criticità penali", si legge nella richiesta, non vi sono condotte considerabili illecite.

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