Potente atto di protesta dell’Inter contro le decisioni arbitrali sfavorevoli nel 2-2 con la Lazio

Silenzio assordante dell'Inter dopo il match che sembra aver indirizzato definitivamente lo Scudetto verso il Napoli. Il club nerazzurro ha deciso di non presentare alcun tesserato ai microfoni dopo il pareggio contro la Lazio e disertare la tradizionale conferenza stampa post-match in un gesto clamoroso e che raramente si è visto negli ultimi anni.
Una protesta netta contro la direzione di gara di Chiffi e soprattutto contro il rigore concesso al 94′, dopo il richiamo del Var per un tocco di mano in area di Bisseck, punito nonostante le braccia sembrano essere dietro la linea della schiena e comunque a distanza ravvicinata rispetto a Castellanos nel momento in cui ha calciato il pallone.

Una decisione che ha scatenato la rabbia della società, convinta che episodi simili abbiano ricevuto trattamenti differenti nel corso della stagione. Il caso più emblematico è quello di Lecce-Inter, quando Baschirotto allargò il braccio colpendo il pallone in area su azione di Lautaro: niente rigore, con Marinelli in campo e Di Bello al Var.
Ma il clima era già incandescente alla vigilia. Aveva fatto discutere la nomina di Marco Guida, di Pompei, come assistente Var. Lo stesso arbitro che, in una dichiarazione a Radio CRC, aveva ammesso: "Non mi sento sereno ad arbitrare il Napoli, città in cui vivo". Una frase che, per molti tifosi interisti, sarebbe dovuta bastare a escluderlo da un match potenzialmente decisivo nella corsa al tricolore.

A rendere tutto ancora più surreale, la coincidenza con altri episodi controversi che vedono protagonista, ancora una volta, Yann Bisseck. Come nell'Inter-Roma con il sospetto abbraccio di Ndicka in area: allora, né Fabbri né il Var intervennero. Stavolta, invece, la decisione finale ha tolto all'Inter un successo che avrebbe rilanciato le sue ambizioni scudetto.
Il club è convinto che il rigore del 2-2 sia arrivato nel momento peggiore possibile, dopo che da Parma era arrivato l'aiuto insperato. Con la Lazio sotto di una rete e il Napoli bloccato sullo 0-0 dai gialloblu dell'ex Chivu, tutto sembrava tornato nelle mani di Inzaghi. E invece quel rigore in pieno recupero tanto contestato ha rimesso tutto in discussione. E forse chiuso il discorso tricolore.

Simone Inzaghi, espulso nel finale concitato, si è chiuso in spogliatoio con squadra e dirigenza per oltre un'ora: rabbia, frustrazione e consapevolezza di un'occasione gettata via. A pesare, anche il ricordo dell'errore finale di Arnautovic, entrato per forzare il gol vittoria e autore di un goffo tentativo al 95′ sulla sponda di Acerbi che come nella semifinale di Champions League contro il Barcellona si era travestito da centravanti aggiunto. Ma ora a parlare è solo il silenzio pubblico dell'Inter, carico di significati.
Intanto, fuori dal campo, si apre un altro fronte: quello della data dell'ultima giornata di campionato che vedrà i nerazzurri andare a far visita al Como mentre i partenopei affronteranno il Cagliari al Maradona. L'Inter spinge per giocare giovedì 22 maggio, in vista dell'eventuale spareggio e della finale di Champions League del 31. Il Napoli, a cui basta battere i sardi per laurearsi automaticamente campione d'Italia, invece, si oppone per evitare un'eventuale festa scudetto infrasettimanale. Sarà il Consiglio di Lega a decidere.