Perché il PSG ha sbagliato apposta il calcio d’inizio contro l’Inter battendo in modo orribile

Il Paris Saint-Germain ha battuto il calcio d'inizio della finale di Champions contro l'Inter e lo ha fatto in maniera insolita. Almeno in apparenza è sembrato un errore ma non è così. Quel modo di calciare è stato voluto: ha scagliato il pallone nella metà campo dei nerazzurri in fallo laterale. Studiata anche traiettoria e direttore del pallone: a pochi metri dalla porta difesa da Sommer.
Perché? Il motivo di quel "tocco battuto in maniera orribile" (le parole in diretta tv del telecronista di Sky, Fabio Caressa) è chiaro: andare subito in pressione, costringere gli avversari a stare schiacciati all'indietro andando alla rimessa laterale in una zona del campo non molto distante dall'area di rigore. È stato come dare subito un segnale molto chiaro di quelle che sono le intenzioni (ovvero, essere padroni del campo) e, più ancora, giocare sul filo dei nervi in un match ad alta tensione emotiva.

Guerra psicologica ma non si tratta di un bluff. Anzi, il Paris Saint-Germain recita a memoria il copione che il tecnico, Luis Enrique, ha preparato per la sfida, consapevole della necessità di tenere serrati il ritmo e la squadra. Vuole togliere fiato e possibilità ai nerazzurri di ragionare. Vuole spegnere sul nascere le fonti di gioco. Vuole che l'Inter non abbia mai la possibilità di sviluppare la propria trama di gioco. Ne ha studiato i punti più vulnerabili e lì ha preso a martellare. Ecco perché ha chiesto (e ottenuto) un avvio di match bruciante, in apnea, col piede pigiato sull'acceleratore. E gli è andata bene.
"Arrivano sempre prima loro". La frase utilizzata da Caressa sintetizza alla perfezione qual è il leit-motiv dell'incontro. L'Inter non trova le misure, non riesce a uscire dal pressing del Psg, non può (né è in condizioni di farlo) ingaggiare duelli uno contro uno. Soffre e basta. Sbanda pericolosamente. È chiusa nell'angolo e incassa colpi. Prova a tenere la guardia alta, non serve. I gol segnati dai francesi nel giro di venti minuti hanno lo stesso effetto di due cazzotti presi sul mento. I nerazzurri sono storditi.

L'uno-due del Psg è micidiale. Segnano prima Hakimi poi Doué. Nel primo caso l'ex di turno è quasi entrato in porta col pallone per come s'è sviluppata l'azione che ha sorpreso l'Inter. Nel secondo tutto nasce da un tentativo di Barella di proteggere palla e cercare un calcio d'angolo in attacco, ma finisce male/malissimo. Nuno Mendes è più rapido, recupera palla e innesca il contropiede. Doué riceve sulla destra e calcia in porta, la deviazione di Dimarco mette Sommer fuori causa. È quello che voleva Luis Enrique, il piano è scattato e l'Inter è caduta in trappola.