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Milan-Liverpool 2, il giorno della vendetta rossonera lunga due anni

Il 23 maggio 2007, quasi due anni dopo la sconfitta all’Ataturk di Istanbul, il Milan può prendersi la rivincita nei confronti del Liverpool. I milanisti giocheranno una grande finale, Pippo Inzaghi riuscirà a fare doppietta e il percorso di redenzione arriverà al traguardo più atteso. Paolo Maldini poteva sollevare la settima Champions League della storia rossonera.
A cura di Jvan Sica
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Dal 25 maggio 2005 al 23 maggio 2007 passano due anni, circa 720 giorni e 43.680 minuti, ma in questo caso il tempo sembra essersi fermato e in un attimo si è passati da un giorno di maggio all’altro. Il 25 maggio 2005, dopo il primo tempo della finale di Champions League tra Milan e Liverpool, giocata all’Atatürk di Istanbul si dice, anche se c’è chi ha smentito, che i giocatori avessero bevuto a champagne. I rossoneri vincevano 3-0, avevano il completo dominio tecnico e psicologico della partita e c’era anche un’altra meravigliosa storia che si stava scrivendo in quel momento: Paolo Maldini aveva segnato e avrebbe alzato ancora una volta la Coppa più prestigiosa da capitano. Nell’altro spogliatoio prese la parola Steven Gerrard e disse:

“Io sono un ragazzo di Liverpool e non voglio in nessun modo vedere il club umiliato in questo modo. Se segniamo nei primi 15 minuti vinciamo la finale”.

Era una favola, ma dal 54’ al 60’, in soli sei minuti che hanno fatto la storia del calcio, il Liverpool segna tre gol con Gerrard, Šmicer e Xabi Alonso, pareggiando la partita. Poi continua, ma ormai la dea aveva parlato, il Milan non poteva più vincerla e Shevchenko ancora non si rende conto come abbia sbagliato quasi a fine partita, tirando da un metro sulla testa del portiere polacco Dudek che guardava da un’altra parte. Gattuso ancora oggi, pensando a quella partita ricorda:

“Io non dormii per mesi, ma anche gli altri non lo fecero per settimane intere”.

Nella Champions League successiva il Liverpool fa un’ottima prima fase ma perde contro il Benfica agli ottavi. Il Milan invece sembra destinato a tornare in finale. In semifinale però incontra il Barcellona di Ronaldinho e di un ragazzino che si chiama Messi. A Milano il Barça di Rijkaard incarta Ancelotti e i suoi e vince con un gol di Giuly. Al ritorno viene annullato senza motivo un meraviglioso gol di Sheva e a Saint-Denis ci va il Barcellona a sfidare l’Arsenal e a vincere la Champions.

“Nulla di quello che è stato scritto è successo. Non è vero che nell’intervallo abbiamo festeggiato. Al contrario, abbiamo litigato. Ci siamo rinfacciati cose stupide, tipo un passaggio sbagliato. Allora Ancelotti ha urlato ‘Zitti tutti cinque minuti!’. Siamo stati zitti e poi ci siamo parlati con calma. La finale di Champions crea molte tensioni. E il calcio è il più imprevedibile degli sport” – Carlo Ancelotti

L’anno successivo sembra che le parabole delle squadre che si sono affrontate due anni prima in finale fossero già in discesa. Il Milan non aveva più la forza economica per rinnovarsi ancora una volta, mentre il Liverpool aveva sempre la stessa squadra e si affidava all’orgoglio dei suoi calciatori e alle idee di Benitez. Già lì e non più all’orizzonte c’era il Manchester United di Cristiano Ronaldo, il Chelsea di Drogba, il Bayern Monaco che aveva sempre nuova linfa e ovviamente il Barcellona con tutti i suoi uomini migliori ancora giovani.

“Eravamo disperati dopo Istanbul, ma poi abbiamo trovato la forza per vincere ancora. Non è vero che abbiamo festeggiato all'intervallo, anzi il mister ci diceva di stare attenti perché la partita non era ancora finita" – Kakha Kaladze

Inoltre l’estate precedente c’era stata Calciopoli e il Milan deve partire dal luogo dove tanti bei ricordi erano ancora legati, il Marakàna per sfidare la Stella Rossa nel terzo turno di qualificazione. Il turno è passato grazie a un Inzaghi sempre sul pezzo e nel girone i rossoneri prendono Lille, AEK Atene e Anderlecht, vincendolo senza brillare. Agli ottavi c’è un sorteggio favorevole, affrontando il Celtic Glasgow. Anche qui grandi ricordi del passato e vittoria solo al 93’ dei tempi supplementari grazie a un gol di Kaká.

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Ai quarti il primo scontro che avrebbe dovuto fermare la corsa del Milan contro il Bayern Monaco. Dopo il 2-2 casalingo la gara esterna fu una meraviglia di intelligenza tattica e consapevolezza tecnica, vinta per 2-0. Molto bene, ma adesso in semifinale non c’era trippa per gatti, arrivava il Manchester United di Rooney, Cristiano Ronaldo e tanti altri, che aveva battuto la Roma 7-1 ai quarti. Anche qui, dopo il 3-2 in Inghilterra, gara di ritorno sensazionale e sbarco in finale grazie a un 3-0 finale.

Intanto il Liverpool stava facendo la stessa corsa del Milan. Al terzo turno di qualificazione aveva battuto il Maccabi Haifa, superato il girone con meno patemi del Milan e dato per spacciato nei tre turni a eliminazione diretta. Superò Barcellona agli ottavi, PSV Eindhoven ai quarti e Chelsea in semifinale, come due anni fa. Il 23 maggio 2007 Milan e Liverpool si sarebbero di nuovo affrontate questa volta allo Olimpico di Atene.

“Il Milan vince la settima Coppa dei Campioni della sua storia. Lo fa ad Atene soffrendo, vincendo per 2-1, con una doppietta di un immenso, Superpippo Inzaghi!” – Massimo Marianella

La finale la conoscono tutti, non solo i tifosi milanisti. La voglia di rivincita, in un certo senso, come dirà prima e dopo Gattuso, di vendetta per quello che era accaduto due anni prima era troppo forte. Il Milan giocò molto bene per 75 minuti, andò sul 2-0 grazie a due gol di Pippo Inzaghi e soffrì solo negli ultimi minuti dopo il gol di Kuyt. A fine partita i calciatori milanisti sembravano aver compiuto una missione, aver portato a termine un lunghissimo percorso di redenzione, non era solo una partita di calcio. Da quel giorno infatti le motivazioni, le gambe e la forza di chi aveva tenuto su la squadra per aspettare la rivincita crollarono e il Milan divenne un’altra cosa.

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