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Marina Granovskaia è il segreto del Chelsea: “La donna più potente del calcio”

Sulla seconda Champions League della storia del Chelsea c’è anche, e soprattutto, la firma di Marina Granovskaia. Amministratrice delegata del club dal 2014, ormai quasi vent’anni è il braccio destro del proprietario del club, il magnate russo Roman Abramovich. Non rilascia interviste né usa i social, la sua vita è totalmente incentrata sul Chelsea, di cui si occupa a 360 gradi.
A cura di Valerio Albertini
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Il Chelsea è campione d'Europa, per la seconda volta negli ultimi dieci anni. Merito dei tanti soldi spesi dal proprietario Roman Abramovich, ma soprattutto di una gestione societaria virtuosa, dovuta in particolar modo a una persona: Marina Granovskaia, amministratrice delegata del club e braccio destro del magnate russo ormai da una ventina d'anni. Dietro ai successi dei Blues c'è la sua firma, perché a Cobham è lei a decidere tutto, con la piena e totale fiducia del suo capo, che non l'ha mai messa in discussione, anche in seguito a scontri avuti con allenatori decisivi per la crescita del club, come José Mourinho e Antonio Conte.

Nata 46 anni fa a Mosca, Marina ha origini canadesi e nel 1997 si è laureata in lingue straniere all'Università statale Lomonosov della capitale russa, la più grande e importante di tutto il Paese. Conclusi gli studi, è entrata subito nelle grazie di Roman Abramovich, lavorando come sua assistente tecnica nella compagnia petrolifera Sibneft, poi venduta al colosso Gazprom per una cifra superiore ai 10 miliardi di euro. Al Chelsea è arrivata nel 2003 insieme al magnate russo, che l'ha scelta per far parte della sua avventura londinese. Partita dal basso, ha scalato le gerarchie, entrando prima nel consiglio d'amministrazione del club nel 2013, e poi diventandone amministratrice delegata un anno dopo. Da sette anni è lei a guidare e rappresentare il Chelsea in tutto e per tutto e, pur ricoprendo un ruolo così importante, non ha mai rilasciato un'intervista né postato qualcosa sui social, dove non ha nemmeno un account. Per questo, più passano gli anni e aumentano le vittorie del Chelsea, sempre maggiore è il mistero attorno a questa donna, che viene ritratta come un'infaticabile lavoratrice, presente nel suo ufficio di Cobham per un numero elevato di ore giornaliere. Per dare un'idea della sua importanza, nel 2018 il Times l'ha incoronata "la donna più potente del calcio", mentre la rivista Forbes ha allargato il campo, piazzandola al quinto posto tra le donne più influenti degli sport professionistici.

Il Chelsea al primo posto: dall'accordo con Nike alla gestione dei problemi

Manager a tutto tondo, si occupa allo stesso tempo sia della gestione finanziaria del club, sia dei problemi interni. È sempre lei a gestire i rapporti con gli allenatori e a pensare al calciomercato. Quattro anni fa ha siglato con la Nike un accordo da 60 milioni di sterline l'anno fino al 2032, un'enormità. Ferma e risoluta anche in caso di difficoltà, è riuscita a far restare pulita l'immagine dei Blues anche a seguito dello stop del mercato in entrata per un anno, sanzione comminata per l'acquisto illegale di calciatori minorenni. O, ancora, nel celeberrimo caso legato a Eva Carneiro, medico sociale del club che accusò l'allora tecnico dei Blues José Mourinho di mobbing sessista. Se è vero che il Chelsea perse quella causa, la reputazione di Marina Granovskaia non subì alcun colpo. Anche in quel delicatissimo caso, infatti, riuscì a mantenersi a metà tra la solidarietà nei confronti della donna e la difesa del club, che resta sempre al primo posto nei suoi pensieri.

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Il rapporto con gli allenatori e l'aut aut a John Terry

Il braccio destro di Abramovich non ha paura di fare scelte impopolari, né di mettere alla porta allenatori che hanno fatto la storia della società, come accaduto proprio con lo Special One, esonerato nel 2015 perché non più utile al club. Per farsi un'idea del personaggio chiedere anche ad Antonio Conte, cacciato nel 2018 dopo aver vinto una Premier League e una FA Cup proprio a causa dei suoi rapporti tesi con Marina. A comandare, al Chelsea, è lei, e con lei bisogna fare i conti. Anche sul mercato, ha cancellato la figura del manager inglese che aveva ampio potere su acquisti e cessioni. Non si fa problemi con nessuno, nemmeno con due bandiere del club come Frank Lampard, cacciato in inverno per i risultati poco soddisfacenti, e John Terry, al quale, al momento del rinnovo, avrebbe detto: "O firmi, o ti levi dalle p***e". JT, non proprio una persona incline a prendere ordini, firmò in silenzio.

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Il controllo sul calciomercato e la firma su questa versione del Chelsea

È suo anche il merito di aver lanciato il progetto "on loan programme" nel 2012. Da ormai 9 anni, infatti, il Chelsea tiene sotto controllo un numero monstre di calciatori, che manda in prestito ogni stagione. Se si rivelano utili al club tornano ai Blues, come accaduto con Mason Mount, Tammy Abraham e Kurt Zouma. Altrimenti, vengono ceduti per monetizzare, come fatto con Pasalic, ceduto all'Atalanta per 15 milioni di euro. È sempre Marina a decidere le sorti del calciomercato del Chelsea, ormai dal 2011, quando esordì, seppur in maniera non proprio fortunata, con l'acquisto di Fernando Torres dal Liverpool. Da allora, di colpi ne ha portati a casa tanti e la sua mano è tangibile anche su questa versione dei Blues, campioni d'Europa per la seconda volta nella loro storia. Come già detto in precedenza, l'amministratrice delegata non ha avuto paura a dare il benservito a Lampard, portando a Londra un allenatore che ha rivoltato a meraviglia la squadra come Thomas Tuchel. Quest'estate, inoltre, il Chelsea ha deciso di disfarsi a parametro zero di due giocatori che hanno fatto la storia recente del club come Pedro e Willian, spendendo tanti soldi per accaparrarsi Kai Havertz (match-winner della finale contro il Manchester City), Hakim Ziyech e Timo Werner, con la ciliegina sulla torta rappresentata dall'ingaggio dello svincolato Thiago Silva. Capacità di decidere e coraggio nell'agire, dunque, ma anche intelligenza nell'ammettere i propri errori e rimediare: tre anni fa aveva speso 80 milioni di euro per comprare Kepa, rendendolo il portiere più costoso nella storia del calcio. Dopo due anni con più bassi che alti, quest'estate ha avuto il coraggio di metterlo in panchina, acquistando Edouard Mendy, rivelatosi un fattore primario nei successi dei Blues. Sulla vittoria della Champions League del Chelsea c'è anche, e soprattutto, la firma di Marina Granovskaia.

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