Marco Borriello: “Mexes e Menez tagliavano la marca dalle valigie per cucirla sui jeans, impazzivo”

Marco Borriello ne ha viste tante nella sua lunga carriera di bomber – che lo ha portato a vestire tante maglie e approdare anche in nazionale – ma c'è qualcosa che tuttora ricorda come una follia: "Soldi bruciati", commenta ridendo, quando racconta cosa facevano i suoi ex compagni alla Roma Philippe Mexes e Jeremy Menez.
Borriello e gli ‘estrosi' Mexes e Menez: "Diventavo pazzo, tagliavano una borsa che costava mille euro"
L'attaccante partenopeo, oggi 42enne, approdò in giallorosso nel 2010 lasciando definitivamente il Milan e trovò lì in spogliatoio i due effervescenti francesi: "Mi ricordo che c'erano il primo anno Mexes e Menez che praticamente compravano le valigie di marca, tagliavano quel pezzo di valigia e se lo cucivano sulla tasca del jeans. Cioè, pensa, buttavano via una valigia. Io dicevo ‘ma che fanno questi qua' e però era la moda francese all'epoca. Diventavo pazzo, era una borsa che costava magari mille euro e tu la tagli. Però era comunque una sorta di estro che avevano loro, soldi bruciati proprio…".

Ai microfoni di ‘Che fatica la vita da bomber', Borriello si sofferma poi sulla sua parentesi a Cagliari, quando ormai la sua carriera era agli sgoccioli. Era la stagione 2016/17, l'attaccante fece benissimo, segnando 20 gol in 37 presenze complessive. Merito anche di un allenatore (Massimo Rastelli) che capiva benissimo le sue esigenze: "Mi ha aiutato anche il clima mite, non era freddo come a Ferrara o come a Torino. Lì i muscoli ne risentono, c'è meno vascolarizzazione. In piazze più calde, il muscolo è meno rigido, è più vascolarizzato, più elastico. Poi a 35 anni ho trovato un allenatore intelligente: ‘Marco, hai bisogno di un giorno in più di recupero?', ‘Sì Mister, oggi mi sento affaticato', ‘OK, stai dentro'. Ho fatto 36 partite da 90 minuti. Non è che non mi allenavo, ma se avevo bisogno di un giorno di riposo in più me lo dava".

"A Cagliari insultavo Barella, gli dicevo di stare umile… ma invece faceva bene"
A Cagliari Borriello ha incrociato un giovanissimo Nicolò Barella, che già 20enne mostrava i tratti del grande calciatore, soprattutto per la personalità debordante: "Io lo insultavo – scherza Marco – perché a 20 anni voleva già fare, dire, invece gli dicevo stai umile… Ma invece faceva bene, perché poi alla fine ha vinto lui. Avevo un bellissimo rapporto con lui, cioè si vedeva che già quando toccava la palla era argento vivo, lo vedevi aveva personalità, cioè era giocatore…".