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Mancini ha studiato i metodi di Materazzi: “Ho guardato tutti i video di quando entrava duro”

Gianluca Mancini Mancini è il nuovo bad boy del calcio italiano: gol, falli e provocazioni; nel segno del suo idolo Marco Materazzi.
A cura di Vito Lamorte
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Gianluca Mancini è così, o lo ami o lo odi. È uno di quei calciatori che se gioca nella tua squadra del cuore tendi ad esaltare e difendere anche in situazioni al limite, mentre se veste una maglia rivale non lo digerisci in nessun caso. Ci sono centinai di esempi che si potrebbero fare per confermare questo assioma.

Il difensore della Roma ha siglato il gol vittoria contro la Juventus con un gran tiro di destro dal limite dell'area e ha regalato 3 punti importantissimi ai giallorossi nella corsa per un posto in Champions League. Il classe 1996 è uno dei difensori con più fiuto del gol della nostra Serie A ma solitamente le sue incursioni offensive sono decisive sui calci da fermo e non con conclusioni dalla distanza.

Questo ragazzo nato a Pontedera è arrivato nella Capitale a 23 anni dall'Atalanta in prestito oneroso (2 milioni di euro) con obbligo di riscatto fissato a 13 milioni di euro e vari bonus: da quella stagione Mancini è diventato un punto fermo della Roma e spesso indossa anche la fascia da capitano.

Il suo primo allenatore alla Roma fu Paulo Fonseca e Mancini parlò così a Cronache di Spogliatoio delle differenze con Gian Piero Gasperini: "Sono due allenamenti diversi. Con Gasperini sono allenamenti veramente intensi, dal martedì al sabato, anche il giorno della rifinitura galoppi. In allenamento faceva possesso con partita, con 10 allunghi prima della partita, facevo forza. Ho provato 2 anni con Gasperini e sono pronto a tutto. La domenica vai forte e io sono arrivato al 90′ che potevo giocare altri 90 minuti: vedevo gli avversari con il fiatone, l’attaccante che faceva fatica a rientrare e io invece mi sentivo bene. Con Fonseca facciamo partitelle a pressione, tanti possessi palla, tante partitine dove devi recuperare subito il pallone. Chiaramente gli allenamenti di Fonseca li preferisco di più perché giochi con la palla e fai fatica, perché fai fatica quando giochi con un possesso palla e non prendi mai il giro. Con gente che sa giocare a calcio corri ugualmente e fai la stessa fatica. Io, come ho detto prima, mi adatto a qualsiasi allenamento e ognuno ha le sue preferenze. L’importante è che ogni allenamento deve permetterti di rendere la domenica".

Il difensore giallorosso viene spesso criticato per il modo in cui interviene in campo sugli avversari e per qualche comportamento fuori dalle righe, tanto che viene spesso paragonato al suo idolo Marco Materazzi. Sempre a Cronache di spogliatoio nel 2020 parlò così di Matrix: "È stato un difensore che segnava molto. Quando sei ragazzino i difensori è difficile ammirarli, lui segnava, mi piaceva il mondo in cui giocava e poi dove l’ho ammirato tanto è stato a 10 anni, durante il Mondiale 2006. È entrato nella partita contro la Repubblica Ceca, ha segnato il primo gol. Poi lì inizi a capire qualcosina, perché a 10 anni sei sempre piccolo ma intravedi già qualcosina, e da lì è partita la scintilla. Mi sono guardato tutti i video, quando segnava, quando entrava duro. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, ci sentiamo ogni tanto, chiedo consigli. Per me è l’idolo».

Inoltre, indossa la maglia numero 23 come lui: "Mi sono tatuato il 23 proprio per Marco Materazzi. Successivamente mi sono fidanzato il 23 con quella che è attualmente mia moglie, e mi sono spostato il 23. Infine me lo sono messo sulla maglietta. Per Marco nasce nel mito di Michael Jordan, per me parte da lui".

@mickimigi

Clamoroso Mancini… pugno ad un calciatore della cremonese! #asroma #seriea #calcio #var #cremonese #viraltiktok

♬ suono originale – mickimigi

Mancini è uno che fa sempre parlare di sé, tanto che qualche settimana fa su di lui si era espresso il console del Ghana, Massimiliano Colasuonno Taricone, per il suo comportamento nei confronti dell'ex compagno Felix Afena-Gyan: l'attaccante della Cremonese era stato colpito da un pugno sulla schiena perché colpevole di perdere tempo per il difensore giallorosso.

Il console non ha fatto riferimento solo a quell'episodio ma anche una vicenda del 25 maggio a Tirana, durante i festeggiamenti per la Conference, che aveva fatto il giro del web prima che lo stesso numero 23 mettesse a tacere le polemiche con un post sui social: "Il mio fratellino". 

Tutte situazioni che hanno contribuito a costruire un'immagine da ‘bad boy' per Gianluca Mancini. Proprio come accaduto sempre con la Cremonese in Coppa Italia: Cyril Dessers è andato a esultare sotto la curva Sud dopo il gol del vantaggio e il difensore non ha preso bene questo comportamento, scagliandosi contro il gruppo di calciatori grigiorossi da solo.

Mancini non ha paura delle etichette, gioca a calcio come ha sempre fatto e lotta su ogni pallone per fare il meglio della sua squadra. I modi non gli importano.

Un altro esempio, il più recente, può essere il modo in cui ha portato Moise Kean alla reazione e al cartellino rosso un minuto dopo il suo ingresso in campo: l'attaccante della Juventus ha sbagliato in maniera clamorosa l'atteggiamento e, evidentemente, con la testa non era ancora entrato in gara ma Mancini è stato bravo a colpire in questa sua debolezze togliendo un uomo agli avversari per i minuti finali.

C'è parla di etica, chi di insegnamenti e esempi da dare a chi guarda le partite ma, la verità, è che nessuno può sapere come ci si trova in un campo di calcio con 80mila persone che ti guardano e ti prendono di mira ad ogni giocata. Ci sono dei comportamenti che vanno assolutamente criticati e condannati, ma nella maggior parte dei casi sono frutto dell'agonismo e non si verificherebbero mai fuori dal rettangolo verde.

Gianluca Mancini da qualche tempo è diventato parte del gruppo della Nazionale Italiana e vuole continuare a farne parte, per questo continua a seguire il consiglio migliore che ha ricevuto in carriera: "Mio papà mi ha sempre detto di allenarmi al massimo: testa bassa e pedalare. Io l’ho sempre ascoltato. Dopo una partita fatta bene non ci si può rilassare. Anche perché il calcio è pieno di squali".

Il gol contro la Juventus ha fatto rivalutare l'importanza di Gianluca Mancini anche a molti tifosi della Roma, che lo avevano criticato nelle ultime settimane, e ha dato ancora più forza al difensore toscano per la sua leadership.

Poi arriveranno altri falli cattivi, altre provocazioni e sicuramente anche altri gol. Quelli come Gianluca Mancini sono così. Prendere o lasciare.

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