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Manchester City, le spese folli di Guardiola: più di 300 milioni di sterline in difensori

Con l’arrivo di Nathan Ake dal Bournemouth, il Manchester City ha speso più di 300 milioni di sterline in difensori da quando è arrivato l’allenatore catalano. Investimenti straordinari che non sempre si sono rivelati azzeccati e che hanno fatto spesso storcere la bocca ai tifosi e alla critica.
A cura di Alberto Pucci
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Con l'acquisto di Nathan Ake dal Bournemouth, arrivato a poche ore dalla notizia ufficiale dello sbarco a Manchester dello spagnolo Ferran Torres, il City ha dato ufficialmente il via alla sua sessione estiva di mercato. In attesa di capire come andrà a finire l'avventura in Champions League, Guardiola sta infatti già pensando alla rosa che nella prossima Premier League dovrà tentare di togliere il titolo al Liverpool di Jurgen Klopp.

La cifra spesa per il venticinquenne olandese ex Chelsea (ben 41 milioni di sterline), non ha però trovato il riscontro della critica, che l'ha definita esagerata, e ha messo in luce un dato suggestivo ed interessante: l'investimento complessivo dei ‘Citizens' per acquistare difensori, da quando è arrivato il tecnico catalano. Come hanno riportato i tabloid britannici, Guardiola ha infatti convinto la proprietà del City a spendere più di 300 milioni di sterline per la difesa.

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L'obiettivo della Champions League

Da Joao Cancelo (strappato alla Juventus nell'estate scorsa) fino a Nathan Ake, passando tra gli altri dai vari Mendy, Stones e Danilo, il Manchester City ha dunque investito molto nel reparto difensivo e, a volte, con risultati non proprio all'altezza degli investimenti. Atteso proprio dal ritorno degli ottavi di finale con il Real Madrid, Guardiola ha intanto posto l'accento sull'obiettivo della sua squadra.

"Bisogna vincere la Champions League, perché non so che proverei nel vedere che ancora non è successo – ha spiegato l'ex Barcellona in conferenza stampa – Ci ho tentato il primo anno, il secondo, il terzo, tutti gli anni in cui sono stato qui. Se posso giocarla, posso e devo vincerla. Se non la vinco avrò fallito, anche se l'importante sarà averci provato. I trofei conquistati in passato non mi danno il diritto morale di saperne di più".

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