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Luciano Spalletti esalta Dzeko “Attaccante perfetto” e poi sull’Inter: “Un onore allenarla”

Luciano Spalletti, disoccupato di lusso, si è raccontato al canale della Lega Calcio ritornando sulle due sue grandi avventure sportive, Roma e Inter: “Fonseca deve essere lasciato tranquillo, fa un calcio offensivo importante. Dzeko? Un attaccante perfetto sa fare tutto e bene”. E poi la parentesi nerazzurra: “Un onore allenare l’Inter e giocare alla Scala del Calcio”.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Roma vive un momento di profonda crisi, di gioco, risultati, stabilità non solo sportiva. Le vicissitudini dirigenziali, la ricerca costante di nuovi azionisti, la mancanza di un progetto a lungo termine in tutto. I tifosi appaiono stanchi e soprattutto il gruppo sembra sfiduciato. A partire dai suoi uomini più rappresentativi come capitan Dzeko che spesso e volentieri in passato era riuscito a risollevare le sorti giallorosse portandole in lidi tranquilli. Adesso è più complicato, con tante partite in intervalli brevissimi e la posizione in panchina di Fonseca che traballa sempre più.

A conoscere bene l'ambiente giallorosso è Luciano Spalletti che a Roma ha allenato in due momenti differenti lasciando il segno ma soprattutto imparando a confrontarsi con un ambiente particolare. Poi l'esperienza all‘Inter, dove è riuscito ad ottenere gli obiettivi prefissati, portando il club in Champions League. Quindi, il riposo – dopo l'esonero nerazzurro – e l'analisi dal di fuori di ciò che accade nel mondo del calcio, per capire quando e come rientrare nel giro.

Luciano Spalletti, ai microfoni dei canali ufficiali della Lega Calcio parla anche della delicatissima situazione giallorossa, difendendo Fonseca: "Deve restare calmo e lo si deve lasciare lavorare tranquillo. Si è ambientato e adattato se gli si darà la possibilità farà bene. Ha portato un calcio offensivo, lavorando sugli attaccanti". Tra cui c'è anche Dzeko, uno dei preferiti da Spalletti che lo ha allenato in Capitale: "Edin è perfetto: un attaccante completo, sa tenere palla difendendola e offrendola ai compagni, sa attaccare in profondità, quando vuole è anche veloce. Fisicamente è prestante, sa fare bene tutto con entrambi i piedi, di testa è implacabile"

Poi, il ricordo anche per l'Inter un amore finito male, con l'esonero e lo spazio lasciato per l'avvento di Conte, malgrado ci fossero state le premesse per fare bene e continuare: "E' stata una fortuna allenare l'Inter perché a Milano ho potuto vivere emozioni importanti, giocando alla Scala del calcio, forse uno degli stadi più belli in Italia."

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