42 CONDIVISIONI

Lo studio FIFA sull’odio social verso i calciatori: “L’80% dei messaggi sono razzisti e omofobi”

La FIFA ha pubblicato i risultati di un rapporto indipendente in merito alle discriminazioni e all’odio che dai social si riversa sui calciatori.
A cura di Vito Lamorte
42 CONDIVISIONI
Immagine

Un rapporto indipendente commissionato dalla FIFA ha rilevato che quasi il 50% dei giocatori coinvolti nelle semifinali o finali di EURO 2020 o della Coppa d'Africa ha ricevuto qualche forma di discriminazione sui social media e gran parte di questi comportamenti proviene dalla nazione di origine degli atleti.

I commenti omofobi (40%) e razzisti (38%), quindi quasi l'80%, erano la maggioranza e come risposta FIFA e FIFPRO lanceranno un servizio di moderazione che analizzerà i termini di incitamento all'odio riconosciuti pubblicati su account di social media identificati e, una volta rilevati, impedirà che il commento venga visto dal destinatario e dai suoi follower. Sebbene il messaggio offensivo rimanga visibile alla persona che ha originariamente fatto il commento, la sua visibilità e portata saranno notevolmente ridotte.

Degli abusi subiti dai giocatori durante la finale di EURO 2020, il 76% era di stampo razzista e lo studio, che ha utilizzato l'intelligenza artificiale per tracciare oltre 400.000 post sui social media nell'arco di tempo delle ultime fasi di entrambi i tornei, ha rilevato che questa tipologia di commenti su Twitter erano spalmati per un periodo di tempo mentre su Instagram era più basati sugli eventi.

Immagine

Sebbene gli abusi omofobi e razzisti costituiscono la maggioranza per i giocatori e gli staff, sono stati rilevati anche insulti islamofobici (6%), xenofobi (3%) e minacce di morte (3%). Durante la finale di EURO 2020, il 78% dei commenti era razzista e il 23 per cento conteneva anche un elemento omofobico. Questo numero è sceso al 23% per la finale della Coppa d'Africa.

Il rapporto sembra non essere d'accordo con l'idea che coloro che i responsabili di questi comportamenti non siano identificabili e a confermare questa tesi ci sono gli undici arresti effettuati dalle forze di polizia britanniche nelle settimane successive alla sconfitta dell'Inghilterra ai rigori contro l'Italia dopo gli insulti a Saka, Sancho e Rashford.

Diversi sindacati di giocatori hanno svolto un ottimo lavoro in merito a questa situazione e il presidente della FIFPRO, David Aganzo, ha affermato: "Questa collaborazione (con la FIFA) riconosce la responsabilità del calcio nel proteggere i giocatori e da chiunque venga colpito dagli insulti sul posto di lavoro. Questo tipo di abuso ha un profondo impatto sulla loro personalità, le loro famiglie, le loro prestazioni, nonché sul loro benessere generale e sulla salute mentale. L'odio online è una questione sociale e come settore non possiamo accettare che questa nuova forma di abuso e discriminazione colpisca così tante persone, compresi i nostri giocatori".

Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha dichiarato: "Il nostro dovere è proteggere il calcio, e questo inizia con i giocatori che portano tanta gioia e felicità a tutti noi con le loro imprese sul campo. Purtroppo si sta sviluppando una tendenza in cui una percentuale di post sui canali social diretti a giocatori, allenatori, ufficiali di gara e alle squadre stesse non è accettabile, e questa forma di discriminazione, come ogni forma di discriminazione, non ha posto nel calcio".

42 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views