“Libertà per l’Ucraina”, il boicottaggio dello sponsor russo sulle maglie dello Schalke

La Russia ha invaso l'Ucraina, l'escalation della crisi è sfociata nella guerra preparata, annunciata e appiccata da Vladimir Putin nella notte tra il 23 e il 24 febbraio. L'attacco sferrato è su vasta scala e nessuno sa dove potrà portare un evento del genere. Cosa succede adesso nel mondo del calcio? Cosa faranno la Uefa e i club che hanno partnership economiche con aziende russe? Una su tutte, Gazprom sponsor della Federazione continentale che – alla luce di quanto sta accadendo – potrebbe cambiare in corsa la sede della prossima finale: non più San Pietroburgo ma altrove. Non c'è ancora alcuna ipotesi concreta al riguardo, la stessa Uefa ha smentito questa possibilità: "Al momento non ci sono piani per cambiare la sede – fanno sapere da Nyon -. La Uefa sta monitorando in maniera costante e da vicino la situazione".
Adesso che il conflitto è scoppiato cosa accadrà? Il rapporto con il colosso russo del gas è divenuto via via più stretto a partire dal 2012 immettendo capitali preziosi che hanno irrorato Champions, Europa League e Supercoppa, estendendo le collaborazioni anche a tornei nazionali e altri di respiro continentale come Euro 2020 o le finali della Nations League.
In Germania il più importante quotidiano Bild è andato oltre, tracciando una linea spartiacque molto netta: è sceso in campo direttamente con un'iniziativa simbolica molto forte: ha annunciato che coprirà, sia nell'edizione cartacea sia online, tutte le foto dove sponsor di proprietà del governo russo compaiono sulle maglie dei club. Lo farà sostituendo ai marchi uno slogan iconico: "Freiheit für die Ukraine" (Libertà per l'Ucraina), schierandosi in maniera molto netta e aprendo il fronte dei boicottaggi (anche) nel mondo del calcio.

In Bundesliga il riferimento è all'azienda Gazprom, sponsor principale dello Schalke 04 e che ha legami importanti con il Paese. In buona sostanza il tabloid tedesco spinge affinché la stessa Uefa prenda una posizione pubblica molto netta, compiendo una scelta di alto valore simbolico: trasferire in un'altra sede la finale di Champions in programma a maggio.
Se nulla si è ancora mosso direttamente nel mondo del calcio, qualcosa – sia pure attraverso altri canali – è avvenuto con le sanzioni imposte al Cska Mosca: la società russa è controllata dalla banca d'affari Vnesheconombank, finita nella ‘lista nera' del Ministero del Tesoro statunitense a seguito della crisi in Ucraina. Ma si tratta di una conseguenza ancora molto marginale rispetto ai legami più profondi tra l'ambito del calcio internazionale e i capitali che arrivano da Oltrecortina