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La finale di Champions può cambiare sede per la crisi tra Russia e Ucraina: enormi pressioni sulla Uefa

Soffiano venti di guerra tra Ucraina e Russia. E in tanti, dal governo inglese a un gruppo di eurodeputati, hanno chiesto alla Uefa di non far disputare a San Pietroburgo la finale di Champions League 2022.
A cura di Paolo Fiorenza
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Le crescenti tensioni tra Ucraina e Russia possono creare seri problemi anche al mondo del calcio. La Uefa guarda, osserva e valuta tutte le decisioni possibili e soprattutto deve decidere se la finale di Champions League 2021-2022 si potrà giocare, come annunciato, a San Pietroburgo. Spinti dai venti di guerra, c'è chi sostiene, come il Primo Ministro inglese Boris Johnson, che la Russia non debba ospitare l'incontro più atteso della stagione. La disputa della finale a San Pietroburgo è a rischio.

Al presidente della Uefa Ceferin è arrivata una lettera firmata da un nutrito gruppo di europarlamentari che hanno chiesto di cambiare la sede della finale di Champions 2022, e di toglierla a San Pietroburgo. Inoltre questi europarlamentari hanno chiesto di rompere il contratto di sponsorizzazione con Gazprom.

L'iniziativa è stata presa dall'eurodeputata tedesca dei verdi Viola Von Cramon-Taubadel. Questa proposta è stata condivisa e firmata anche dalla capo delegazione del Movimento Cinque Stelle Tiziana Beghin, che ha detto: "Vista la situazione politica globale molto preoccupante e la minaccia di guerra connessa, vi invitiamo a smettere di considerare San Pietroburgo e le altre città russe come sedi di competizioni calcistiche internazionali e di scegliere come primo e urgentissimo passo una sede alternativa per la finale di Champions League del 28 maggio 2022. Inoltre, ti invitiamo a convocare una riunione speciale del Comitato Esecutivo Uefa, a interrompere la collaborazione con Gazprom in qualità di sponsor. La Uefa deve agire ora e non può continuare a fornire un palcoscenico e quindi legittimità a questo regime".

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Una decisione non verrà certo presa nelle prossime ore. D'altronde mancano ancora tre mesi alla finale di Champions (che si disputerà sabato 28 maggio), ma l'organo che governa il calcio europeo si trova sotto pressione e potrebbe dover essere costretta a prendere una decisione definitiva. In una nota, intanto, la Uefa ha fatto sapere che la sede per il momento non si cambia: "La Uefa sta monitorando costantemente e da vicino la situazione. Qualsiasi decisione verrà presa a tempo debito, se necessario. Al momento, non ci sono piani per cambiare la sede. La Uefa non ha altri commenti da fare nel momento". 

Boris Johnson, capo del governo inglese, sostiene che non si dovrebbero organizzare manifestazioni sportive di rilievo in Russia, e quindi nemmeno la finale di Champions: "Putin sta facendo un disastro. Finirà con una Russia sempre più isolata, una Russia che non avrà nemmeno la possibilità di organizzare tornei di calcio".

Concetto ribadito dal ministro alla cultura inglese, Nadine Dorries, che ha detto di voler parlare della questione direttamente con la Uefa: "Ho serie preoccupazioni per gli eventi sportivi che si terranno in Russia, come la finale di Champions League, e discuterò con gli organi di governo competenti. Non permetteremo al presidente Putin di sfruttare gli eventi sulla scena mondiale per legittimare la sua invasione illegale dell'Ucraina".

Nelle ultime due stagioni la Uefa ha cambiato in corsa la sede della finale di Champions League, sempre a causa della pandemia. La finale 2020 si sarebbe dovuta disputare a Istanbul, ma tutta la fase finale si tenne in Portogallo. Nel 2021 invece la finale è stata spostata sempre da Istanbul al Portogallo. San Pietroburgo rischia di perdere la finale 2022, ma il membro del consiglio FIFA Alexey Sorokin ha affermato che la Russia si sta preparando per la finale: "Procede tutto secondo i piani, ci aspettiamo che arrivino più di 50.000 tifosi".

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