L’attaccante del Kairat Almaty non sapeva di dover giocare in Champions: non conosceva le regole

Non è il big match di questa giornata ma è di sicuro la sfida più affascinante, il classico Davide contro Golia che in Champions League assume contorni ancora più epici. Dopo 9 ore di volo il Real Madrid è arrivato in Kazakistan dove affronterà il Kairat Almaty, la squadra più piccola e meno blasonata presente nella fase campionato in questa edizione. C'è una differenza abissale sotto tutti i punti di vista, a partire da quello economico, ma le motivazioni che spingono i due club sono identiche con la piccola differenza che qualcuno dalle parti di Almaty non sapeva della possibilità di qualificarsi in Europa tramite il piazzamento in campionato.
È la storia bizzarra di Edmilson che si è ritrovato in Champions League a sorpresa, perché non conosceva bene le regole del nuovo campionato che lo ha accolto a giugno. La sua storia è stata raccontata in un approfondimento di The Athletic che ha messo in luce le figure più importanti del club, a cominciare proprio dall'attaccante che è diventato il primo marcatore della squadra nella più grande competizione europea, proprio quella in cui pensava di non poter giocare.

Edmilson in Champions a sorpresa
Con sua grande sorpresa l'attaccante ha scoperto che avrebbe giocato in Champions League, una variabile che non aveva messo in conto quando ha accettato di lasciare il Celje a giugno per trasferirsi in Kazakistan. Come molte persone anche Edmilson non sapeva che il Kairat può giocare in Europa pur appartenendo a una nazione che si trova fisicamente in Asia centrale: fa parte della UEFA dal 2002 ed evidentemente il brasiliano non aveva seguito l'epopea dell'Astana tra il 2015 e il 2016, la prima kazaka a partecipare alla fase finale della Champions League.
Con sua enorme sorpresa si è ritrovato ad assistere ai sorteggi che gli hanno regalato partite di altissimo livello come quelle contro Real Madrid e Inter a San Siro, traguardi inimmaginabili soltanto qualche mese fa. Edmilson non ha vergogna di ammettere che fino allo scorso giugno non sapeva niente del calcio che avrebbe trovato nel nuovo Paese, ma ha sputo integrarsi al meglio pur con qualche difficoltà iniziale. "Il mio corpo era molto diverso, mi sentivo come se non fossi abbastanza forte per competere in allenamento" ha raccontato, aggiungendo di aver sofferto anche di epistassi per circa un mese a causa dell'aria secca della città.