La sentenza su Juve-Napoli è umiliante per gli azzurri ma ha un altro obiettivo
La Corte d'Appello della FIGC, con una sentenza pubblicata nella serata di martedì 10 novembre, ha confermato il 3-0 a tavolino a favore della Juventus e pure il punto di penalizzazione per il club partenopeo. Le motivazioni della sentenza sono severissime per il Napoli che viene accusato di aver deciso deliberatamente di non disputare l'incontro e di cercare un alibi per non scendere in campo a Torino la sera di domenica 4 ottobre:
Il fine ultimo dell’ordinamento sportivo è quello di valorizzare il merito sportivo, la lealtà, la probità e il sano agonismo. Tale principio non risulta essere stato rispettato, nel caso di specie, dalla Società ricorrente, il cui comportamento nei giorni antecedenti quello in cui era prevista la disputa dell’incontro di calcio Juventus-Napoli, risulta, teso a precostituirsi, per così dire, un ‘alibi’ per non giocare quella partita.
La mancata disputa dell’incontro “non è “dipesa da una causa di forza maggiore, o addirittura dal c.d. ‘factum principis’, bensì da una scelta volontaria, se non addirittura preordinata, della Società ricorrente. La condotta tenuta del Napoli nei giorni antecedenti la partita, per la Corte è stata tenuta “al precipuo scopo di non disputare il predetto incontro, o, comunque, di precostituirsi una scusa per non disputarlo.
Difficile da comprendere la condotta del Napoli
Parole durissime nei confronti del Napoli che ne esce malissimo, sia perché sono confermati il ko per 3-0 e il punto di penalizzazione che per l'immagine, di fatto viene scritto che il Napoli ha fatto di tutto per non giocare con la Juventus. Ma leggendo con attenzione le motivazioni della sentenza sembra stagliarsi un'altra idea. Le parole della sentenza riguardano si il Napoli, ma sembrano un ammonimento per tutte le squadre del campionato di Serie A:
La ragione per la quale una Società di calcio professionistico, ben consapevole del contenuto dei Protocolli federali in materia di gestione delle gare e degli allenamenti in tempo di Covid-19, per averli applicati più volte, debba chiedere lumi sulla loro applicazione alle Autorità sanitarie è difficile da comprendere e a tale condotta non può che attribuirsi altro significato che quello della volontà della Società ricorrente di preordinarsi una giustificazione per non disputare una gara che la Società ricorrente aveva già deciso di non giocare.
Salvare il protocollo e il campionato di Serie A
Con queste motivazioni viene stabilita una linea che dovrebbe far capire a tutta la Serie A che quello che il comportamento del club di De Laurentiis, in occasione di quello Juventus-Napoli, mette a rischio il regolare svolgimento del campionato di Serie A. Dunque una presa di posizione forte. Un messaggio per tutte le squadre iscritte al campionato che dovrebbero capire in modo concreto da questa sentenza che chi si comporterà in quello stesso modo rischierebbe lo stesso trattamento. La Corte d'Appello della FIGC difende strenuamente l'efficacia del protocollo che è fondamentale per salvaguardare il regolare svolgimento del campionato 2020-2021.