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La proposta di Seedorf anti razzismo: “Punire chi parla in campo con la mano davanti alla bocca”

Non è certamente il modo per fermare il problema ma di certo uno dei metodi più veloci ed efficaci per frenarlo: sanzionare i giocatori che parlano nascondendosi il viso. “Si può fare subito” ha proposto Seedorf al convegno sull’argomento organizzato dal Consiglio d’Europa. “Certo, poi l’unica soluzione vincente è l’istruzione a lungo termine”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il razzismo è tra le piaghe più difficili da estirpare anche all'interno del mondo del calcio. Un problema che ciclicamente arriva, travolge tutto e tutti e poi se ne va, fino al caso successivo. Ogni volta si rincorre il problema, senza mai risolverlo. Un tema delicato e sensibile cui hanno rivolto la propria attenzione in questi giorni tutti gli addetti al settore, anche ex campioni sempre presenti su argomenti importanti come Clarence Seedorf, ex stella di Milan e Real, intervenuto al "Dialogo contro il razzismo e l'incitamento all'odio in occasione di eventi sportivi" organizzato dal Consiglio d'Europa.

Una ‘ricetta' veloce e pronta da utilizzare senza grandi traumi sarebbe quella di punire con un cartellino giallo chi in campo si rivolge ad un avversario o ad altri coprendosi la bocca con la mano. Equiparando il gesto ad un atto ‘antisportivo' per Seedorf questa regola permetterebbe agli arbitri di sanzionare sul nascere eventuali frasi offensive senza che si riesca a individuare il responsabile: "Ci sono situazioni in cui i giocatori parlano tra loro, anche tra avversari e non si può permettere oggi che un giocatore si metta la mano davanti alla bocca per non far vedere cosa si dice. Abbiamo già assistito a diversi episodi di razzismo che non vanno  bene".

Ovviamente non è e non vuole nemmeno essere la medicina contro il razzismo, ma un immediato intervento sul campo per prevenire al massimo situazioni che potrebbero poi degenerare. Di certo, se la mano davanti alla bocca è un atto che può essere sanzionato per vincere la cultura razzista serve cultura. A sottolinearlo con molto realismo è stato ancora Seedorf nel suo intervento: "L'istruzione a lungo termine è la vera cura contro il razzismo. Senza dimenticare l'integrazione senza la quale non si va avanti e oggi nello sport noto ancora pochi ruoli di manager occupati da persone di colore"

Intervento e parole che hanno permesso di innalzare il coro anti razzista all'interno del convegno: "Il razzismo e l'incitamento all'odio sono radicati nella nostra società e l'istruzione è uno strumento fondamentale nella nostra strategia" ha sottolineato il Direttore Calcio e Responsabilità Sociale UEFA, Michele Uva, mentre il direttore di Football Supporters Europe, Ronan Evain , ha espresso il suo rammarico per la mancanza di fondi per la lotta alla discriminazione nello sport: "I soli tifosi, senza supporto, non possono cambiare il mondo dello sport"

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