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La Guardia di Finanza indaga sui trasferimenti di Chiesa e Pjanic: nel mirino Ramadani e Chiodi

La procura di Milano e la guardia di finanza hanno eseguito perquisizioni nei confronti di Pietro Chiodi, agente sportivo italiano e delle sue società, e il procuratore macedone Fali Ramadani, noto procuratore e numero uno dell’agenzia irlandese Lian Sports Group.
A cura di Vito Lamorte
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Dopo l'inchiesta ‘Prima' e il ‘caso plusvalenze', questa mattina che i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza di Milano hanno eseguito delle perquisizioni nell'ambito di una nuova indagine sul calciomercato. La GdF ha fatto richiesta di consegna di documenti, anche informatici, nei confronto di undici club tra cui Juventus, Torino, Milan, Inter, Verona, Fiorentina, Cagliari, Roma, Napoli e Frosinone.

L'operazione delle Fiamme Gialle è stata resa nota dal Procuratore della Repubblica di Milano facente funzione, Riccado Targetti, ha messo sotto la lente d'ingrandimento le attività di Fali Ramadami, noto procuratore albanese e numero uno dell'agenzia irlandese Lian Sports Group, e di Pietro Chiodi, titolare della Soccer Management; per reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio con al centro le commissioni in varie operazioni di compravendita di calciatori.

Sono diversi trasferimenti che sono stati attenzionati nell'ambito della nuova inchiesta milanese sul calciomercato coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Giovanni Polizzi: la Guardia di Finanza si è recata nelle sedi di vari club, che non sono indagati, per acquisire la documentazione su molte operazioni di compravendita gestite da Fali Ramadani e Pietro Chiodi, tra cui secondo quanto si apprende quella che riguardano Miralem Pjanic, passato nell'estate del 2020 dalla Juve al Barcellona; e Federico Chiesa, che nella stessa sessione di mercato ha lasciato la Fiorentina per vestire la maglia della Juventus. Tra le operazioni sotto la lente ci sarebbero anche quelle riguardanti Kalidou Koulibaly, di cui Ramadani è agente, e altre decine di operazioni minori che riguardano calciatori provenienti dall'est Europa assistiti dall'agenzia del procuratore albanese.

La Procura e il Nucleo valutario di Milano contestano a Ramadani di aver “operato con una stabile organizzazione occulta in Italia, attiva nel settore della mediazione sportiva, occultando ovvero trasferendo su rapporti bancari accesi presso istituti di credito italiani ed esteri, a nome di società allo stesso riconducibili i proventi del reato presupposto di omessa presentazione di dichiarazione dei redditi”.

In merito alle perquisizioni effettuate, invece, è stato reso noto che nelle sedi dei club i finanzieri hanno acquisito "caselle di posta elettronica ufficiali di tutti i dirigenti e responsabili delle società di calcio professionistico" che potrebbe portare a "contatti di qualsiasi natura avuti con Ramadani e con le società a lui collegate” oltre alla “documentazione relativa ai contratti stipulati da tali società di calcio dal 2018 a oggi”.

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