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La bufala sulla Juve “che si ripaga Cristiano Ronaldo con le magliette” rivive a Manchester

L’acquisto di Cristiano Ronaldo si finanzia con i ricavi del merchandising per la vendita delle magliette. Ne erano convinti a Torino, ma negli anni alla Juventus gli introiti non sono stati eccezionali come nelle previsioni. Lo ripetono oggi a Manchester, con il ritorno del campione portoghese allo United. Ma le cose non stanno esattamente così.
A cura di Maurizio De Santis
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L'investimento fatto su Cristiano Ronaldo si ripaga con la vendita delle magliette. Lo dicevano a Torino, quando CR7 arrivò nel 2018 in bianconero, certi che la notorietà di un personaggio/brand globale avrebbe trainato gli introiti del merchandising. Lo ripetono oggi a Manchester, con il ritorno del campione portoghese allo United. Nell'uno e nell'altro caso, però, le cose stanno in maniera differente e la sola presenze in squadra del cinque volte Pallone d'Oro non è sufficiente a generare i guadagni auspicati.

Durante il periodo juventino dell'ex Real il segno positivo c'è stato ma non abbastanza da giustificare un'affermazione del genere e, nel complesso, l'operazione s'è rivelata un salasso economico per il club che oltre a non raggiungere l'obiettivo della mission (vincere in Champions League), ha ottenuto anche risultati peggiori (scudetto perso dopo 9 anni, quarto posto sul fil di lana) e s'è ritrovata – complice anche la crisi generata dal periodo di Covid – con bilanci in rosso, indebitamento in crescita e la necessità di ricapitalizzare.

In buona sostanza, i (modesti) benefici dell'affare sono stati letteralmente bruciati dai costi divenuti insostenibili per una società forte dal punto di vista economico come la Juve, messa a dura prova anche dai riflessi della pandemia. I numeri che fanno riferimento alla vendita di prodotti e licenze spiegano bene come l'effetto Ronaldo sia stato contenuto: nel primo anno l'aumento dei ricavi è stato di circa 16 milioni (alzando l'asticella da 27.8 a 44 milioni), nel secondo – nonostante risultati al di sotto delle attese – la quota è rimasta comunque al di sopra dei 30 milioni.

Per riportare CR7 a Old Trafford i Red Devils hanno speso circa 15 milioni di euro. In Inghilterra sono convinti che il ritorno commerciale dell'operazione non produrrà guadagni così elevati da giustificare tanto entusiasmo. In un articolo della BBC è il dottor Dan Plumley, docente di finanza sportiva presso la Sheffield Hallam University, a introdurre l'argomento partendo da un dato: la tariffa di sponsorizzazione tra il club e il marchio (Adidas) che figura sulla divisa "è stato già concordato, quindi la maggior parte dei ricavi dalla vendita di magliette vanno al produttore".

C'è ancora un altro fattore: Ronaldo avrà o meno la sua iconica casacca numero 7? Al momento non è ancora certo. Dovesse essere così, ci sarebbe sicuramente un'impennata di acquisti, considerate le proporzioni del brand United associato alla figura del campione, ma per le ragioni indicate gli introiti saranno dimensionati. Il Manchester United ha firmato un contratto di 10 anni con Adidas del valore di 750 milioni di sterline nel 2014 (circa 900 milioni in euro). I dettagli precisi dell'accordo non sono pubblici e non è possibile sapere quale sarà la percentuale che lo United potrà ottenere dal cosiddetto ‘effetto Ronaldo'. Secondo il docente di finanza sportiva "è molto improbabile che superi il 10%" e che il club al massimo "riceverà 5 sterline (6 euro) in più per maglia" rispetto a divise che ai tifosi costano fino a 100 sterline (circa 120 euro).

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