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Juve demolita all’estero: “Con Ronaldo ha giocato a fare il Real Madrid, è stata umiliata”

Sedotta e abbandonata da Cristiano Ronaldo, costretta a subire una minus-valenza a bilancio. La Juventus esce con le ossa rotte dalla vicenda CR7 e all’estero i giudizi sul club bianconero sono impietosi: credeva bastasse prendere uno dei più forti calciatori al mondo per vincere (finalmente) in Champions, ma la scelta s’è rivelata solo un fallimento sportivo a giudicare dai risultati e dai conti.
A cura di Maurizio De Santis
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La Juventus ha giocato a fare il Real Madrid ma è andata male ed è stata prima scaricata poi umiliata da Cristiano Ronaldo. Il concetto espresso dalla stampa spagnola a corredo dell'ufficialità del ritorno di CR7 al Manchester United è impietoso nei confronti della società bianconera. La seconda delle tre sorelle (superstiti) della Superlega che è costretta a dimensionare le proprie ambizioni: è successo al Barcellona, che ha lasciato partire Lionel Messi ma non ha risolto ancora tutti suoi gravissimi problemi finanziari; è capitato al club di Agnelli.

A Torino avevano immaginato un torneo elitario per loro stessi e per altre società elette così da compensare con gli introiti economici gli ammanchi a bilancio accumulati per la crisi generata dalla pandemia e, contestualmente, per il fallimento della mission prefissa con l'ingaggio del cinque volte Pallone d'Oro portoghese. La ‘vecchia signora' voleva vincere (finalmente) in Europa, conquistare quella Champions divenuta ossessione e miraggio, si ritrova al punto di partenza senza passare dal via e con un bel po' di soldi in meno in cassa.

La scelta di prendere uno dei più forti calciatori al mondo per colmare quel gap che in Coppa – a differenza del dominio in campionato – l'aveva relegata a un ruolo di comprimaria s'è rivelato un azzardo e, a conti fatti, un fallimento dal punto di vista sportivo. Ha fatto all-in, alzato la posta e il livello degli investimenti ma s'è alzato dal tavolo verde a mani vuote e con in tasca pochi spiccioli. Una volta fuori ai quarti (con l'Ajax), due agli ottavi (Lione e Porto) di Champions e nell'ultimo anno è arrivata anche l'onta della qualificazione ottenuta per il rotto della cuffia più per demeriti degli avversari (il Napoli bloccato in casa dallo sciagurato pareggio col Verona) che per meriti propri.

Tre anni, tre allenatori diversi (Allegri, Sarri, Pirlo e adesso di nuovo Allegri). Tre anni, tre modi diversi di giocare. Tre anni di capriole a bilancio che finiscono nell'imbuto della minus-valenza per le cifre delle cessione al Manchester United e le modalità di pagamento: 15 milioni + 8 di bonus, con la parte fissa che fa registrare un -14 milioni rispetto al saldo dell'ultimo anno di contratto. Il salto di qualità non è mai arrivato e quando la sorella Katia ha condiviso sui social il messaggio "benvenuto nel posto che meriti", in riferimento al Manchester United, è stato l'epilogo peggiore e più mortificante per il club. Sedotto, abbandonato, sbeffeggiato.

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