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Il terribile dramma di Michel Cruciani: “Da lassù mia figlia mi vede e mi applaude”

Victoria è scomparsa improvvisamente a 5 anni. Per papà Michel, che gioca con i colori della Lucchese in Serie D, un dramma enorme che lo ha scaraventato sull’orlo del baratro: “Se mi fermo a pensare, mi butto dal terzo piano. Voglio andare avanti, devo andare avanti, mi sto imponendo di andare avanti. E’ per questo che continuo a giocare”
A cura di Alessio Pediglieri
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Michel Cruciani ha 33 anni, una vita passata a correre dietro ad un pallone da 15 anni a questa parte sui campetti di periferia e del cosiddetto calcio di Provincia, con un sogno nel cassetto che, però, non si potrà più realizzare. Michel un mese fa è stato colpito dal lutto più grave che un papà possa concepire: la morte della sua piccola Victoria, di soli 5 anni, che non potrà mai applaudirlo dalla tribuna e condividere la gioia del momento. Una tragedia, uno strazio nell'anima e nella testa per lui e la sua compagna, per un lutto impossibile solamente da immaginare.

Ho sempre avuto un sogno grande, fin da piccolino, che un giorno avrei avuto un figlio che venendo in tribuna a vedere le partite sarebbe stato orgoglioso del suo papà in mezzo al campo. Ora, invece, questo sogno mi è stato portato via.

Eppure Michel Cruciani, oggi corre ancora dietro ad un pallone. Durante la settimana si allena, la domenica scende regolarmente in campo, vestendo i colori rossoneri della Lucchese (Serie D, terzo posto nel girone A, ripartita dopo il fallimento di anno scorso) coprendo il ruolo di centrocampista centrale, con la classica ‘mansione' di regista, il ragioniere della mediana che indica ai compagni le vie giuste per arrivare al gol.

Guardo attonito lo scorrere della vita provando a trovare una risposta in tutto ciò che mi circonda, ma non c’è. La perdita della mia piccola Victoria è la perdita di una parte della mia vita, come se avessero messo le mani dentro al mio petto e mi avessero strappato via metà del cuore.

E' un eroe, Michel, un vero eroe ordinario, normale. di quelli che non diventano famosi per gesta spettacoli o vivono dei riflettori e della fama pubblica. Sta provando a riemergere dal baratro in cui la vita lo ha schiantato senza alcun preavviso, senza alcun motivo, senza alcuna colpa. Strappandogli dall'affetto di tutti i giorni sua figlia, riducendo la sua esistenza ad un involucro privo di significato, in cui non è più permesso soffermarsi a pensare e a farsi domande per non rischiare la pazzia.

Sto provando, piano piano, ad andare avanti. Ho deciso di continuare a giocare, malgrado tutto, perché quell’ora e mezza di allenamento o di partita è l’unico momento nel quale non penso ad altro. Arrivo alla domenica sperando che l’arbitro non fischi mai. e mi fermo ancora a farmi domande, apro la finestra e mi butto dal terzo piano. Se mi fermo ancora a farmi domande, apro la finestra e mi butto dal terzo piano. Voglio andare avanti, devo andare avanti, mi sto imponendo di andare avanti. 

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