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Il saltello ha reso Jorginho infallibile: “Ogni giorno calcia 30-40 rigori”

Jorginho ha realizzato il calcio di rigore che ha consentito all’Italia di battere la Spagna e approdare in finale degli Europei. Quello tirato ieri sera è stato il 35esimo penalty segnato su 41 calciati e ha alzato ancor di più la sua percentuale realizzativa, arrivata all’85,4%. Il suo segreto dal dischetto è senza dubbio il saltello che, anche contro Unai Simon, gli ha consentito di rubare una frazione di secondo al portiere, decisiva per spiazzarlo agevolmente.
A cura di Valerio Albertini
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35 rigori segnati su 41 calciati, 85,4% di realizzazione. Difficile trovare, al momento, un calciatore più abile di Jorginho dal dischetto. Il centrocampista italo-brasiliano ha segnato il penalty decisivo nella sfida di ieri sera tra gli azzurri e la Spagna, che ha spedito la Nazionale di Roberto Mancini in finale degli Europei. Anche in questo caso, pur calciando l'ultimo rigore della serie, ha mantenuto i servi saldi calciando con una freddezza difficilmente replicabile.

Jorginho ha preso il pallone sotto braccio, si è incamminato verso l'area avversaria, ha posizionato il pallone sul dischetto, si è tirato su i calzettoni, ha guardato Unai Simon, ha fatto partire la sua corsa, l'ha interrotta con il suo consueto saltello, ha visto il portiere spagnolo buttarsi su un lato e ha aperto il piattone per calciare sull'altro. Il pallone si è insaccato dolcemente in porta e l'Italia ha potuto festeggiare l'approdo in finale.

La storia dei rigori di Jorginho

Dietro questo modo di calciare i rigori, c'è un allenamento costante da parte del centrocampista del Chelsea, come confermato dal suo agente Joao Santos: "Calcia quel tipo di rigore in allenamento almeno 30-40 volte al giorno, ormai gli riesce in automatico". Eppure, Jorginho non ha utilizzato sempre la stessa tecnica nel presentarsi dal dischetto.

Il suo modo di calciare i penalty, infatti, è cambiato il 16 agosto 2017. A quei tempi giocava nel Napoli e, nel match valido per l'andata dei preliminari di Champions contro il Nizza, ha mostrato per la prima volta il saltello che l'ha reso celebre. Fino a quel momento era solito non interrompere la rincorsa, scegliendo un lato e calciando con potenza e precisione. Anche con quella tecnica i risultati erano buoni, visto che aveva realizzato sei degli otto rigori tirati, sbagliando solo contro l'Udinese in Coppa Italia e nella serie finale della Supercoppa Italiana 2014-2015 contro la Juventus. Dopo quel 16 agosto 2017 ha segnato quattro rigori consecutivi con la nuova tecnica tra Napoli, Chelsea e Italia, di cui nel frattempo è diventato il rigorista principale. Si è fatto ipnotizzare da Ederson nella serie di rigori della finale di Carabao Cup contro il Manchester City, con il portiere brasiliano bravo a restare in piedi fino all'ultimo e a intuire le intenzioni di Jorginho. Nella stagione 2019-2020 è stato impeccabile, realizzando nove rigori su altrettanti calciati, mentre in quella appena terminata ha avuto più difficoltà del solito, sbagliandone tre in pochi mesi con la maglia del Chelsea (contro Liverpool, Arsenal e Krasnodar), ma segnandone comunque altri dieci, di cui l'ultimo decisivo contro la Spagna.

È stato lo stesso italo-brasiliano a raccontare cosa abbia provato e quale trucco abbia utilizzato per calciare l'ultimo rigore della serie, che ha mandato l'Italia in finale degli Europei: "Quando calci senti che è finita. Ho cercato di dimenticare ciò che avevo intorno per fare quello per cui mi sono allenato e ho respirato per rimanere tranquillo".

Il saltello è il suo segreto

Il modo di tirare i penalty di Jorginho è assolutamente fuori dal comune e la sua arma in più non può che essere il saltello che lo distingue dagli altri specialisti, anche se, quando gli è stato chiesto se quello fosse il suo segreto, il centrocampista azzurro ha deciso di non sbottonarsi. È il saltello, però, che gli consente di rubare una frazione di secondo al portiere, il quale, nella maggior parte dei casi, finisce per tuffarsi prima, lasciando campo libero al giocatore del Chelsea. Jorginho, infatti, tiene gli occhi fissi sul portiere, ne osserva il movimento e, quando sale leggermente in aria, decide se calciare alla destra o alla sinistra dell'estremo difensore, guardando il pallone soltanto nel momento esatto in cui fa partire il tiro. L'unica possibilità per il portiere di parare è quella di restare in piedi fino all'ultimissimo istante, per intuire il lato scelto da Jorginho e provare ad arrivare in tempo sul pallone. Con il timing giusto è possibile, visto che l'azzurro non può fisicamente imprimere molta forza al pallone, ma la sua freddezza gli consente quasi sempre di vincere la sfida psicologica con il portiere, come è accaduto contro Unai Simon nella partita con la Spagna.

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