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“Jorginho e basta, Jorginho e basta”: a Francesco Repice manca l’aria prima dell’ultimo rigore

La radiocronaca di Francesco Repice durante i rigori decisivi della semifinale degli Europei tra Italia e Spagna entra negli annali tra i racconti più sofferti di tutti i tempi con un microfono in mano. Completamente in apnea, il giornalista di Radio Rai precipita in uno stato di trance quasi senza coscienza, ripetendo in maniera compulsiva decine di volte il nome di Jorginho.
A cura di Paolo Fiorenza
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È stata una di quelle serate indimenticabili per il calcio italiano, da raccontare per generazioni, con la speranza che la finale degli Europei del prossimo 11 luglio la consegni ancor di più alla storia dello sport azzurro. La semifinale vinta dalla Nazionale ai calci di rigore contro la Spagna è stata un'alternarsi di emozioni come poche volte si è visto ed anche i cantori in radio e TV delle gesta dei ragazzi di Mancini si sono lasciati trascinare in interpretazioni da annali del patriottismo pallonaro.

Da brividi la radiocronaca di Francesco Repice, voce inconfondibile di Radio Rai, che al momento decisivo del match di Wembley cade in una trance quasi senza coscienza. Le ripetizioni compulsive delle frasi che prima descrivono l'avvicinarsi di Jorginho al dischetto, poi l'attesa prima del fischio dell'arbitro ed infine l'entrata in rete del pallone esprimono la sospensione dei pensieri che ferma l'Italia intera per quegli interminabili secondi.

Dopo aver urlato più volte "la parata! la parata di Gigione Donnarumma!" dopo il rigore fallito da Alvaro Morata, Repice va in chiara apnea e parte con la sua sequenza di frasi dal ritmo mistico ed ipnotico. "Adesso Jorginho e basta, Jorginho e basta, Jorginho e basta", "mette il pallone a terra Jorginho, mette il pallone a terra Jorginho, mette il pallone a terra Jorginho", "si aggiusta i calzettoni Jorginho, si aggiusta i calzettoni Jorginho", "prende la sua ricorsa Jorginho", con sempre meno aria nei polmoni e un affanno che raggiunge livelli preoccupanti.

Poi l'esplosione finale "Jorginho non perdona, Jorginho non perdona", la voce che si strozza, raggiunge acuti sempre più alti fino a rilassarsi distrutto dopo aver portato l'Italia di peso alla finale di Wembley. Repice uno di noi: adesso anche per il radiocronista calabrese è tempo di meritato riposo, per permettere alla sua voce di ricaricarsi in vista della partita che vale gli Europei. Servirà un'altra prestazione da fuoriclasse del microfono.

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