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Gol annullato a Lapadula contro la Lazio, il Lecce non fa ricorso

La rete annullata al Lecce domenica scorsa ha sollevato ancora una volta le polemiche sulle decisioni degli arbitri e, più ancora, sull’intervento del Var che ha segnalato all’arbitro perché il gol segnato da Lapadula – più lesto di tutti nel tap-in sul rigore di Babacar ribattuto da Strakosha – non era da convalidare. Il club salentino ha spiegato in un comunicato che non presenterà ricorso.
A cura di Maurizio De Santis
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Dal possibile pareggio alla disfatta. La rete annullata al Lecce domenica scorsa ha sollevato ancora una volta le polemiche sulle decisioni degli arbitri e, più ancora, sull'intervento del Var che ha segnalato all'arbitro perché il gol segnato da Lapadula – più lesto di tutti nel tap-in sul rigore di Babacar ribattuto da Strakosha – non era da convalidare. La motivazione? L'attaccante dei salentini aveva commesso un'infrazione di passi: era già con buona parte del corpo nell'area della Lazio e per questo venne fischiato la punizione indiretta in favore della squadra di Inzaghi. Un provvedimento giusto a termini di regolamento ma che ha fatto discutere e, a giudicare ‘dall'affollamento' per la presenza anche di calciatori capitolini, alimentato la convinzione che il tiro dal dischetto andava ripetuto.

Il Lecce, però, non ha alcuna intenzione di presentare ricorso per quanto accaduto, limitandosi a definirsi "gravemente danneggiato" dall'episodio e dall'errore dell'arbitro come chiarito nella nota ufficiale dove auspica un chiarimento con Aia e Can A nel corso nella prossima riunione con i club.

L’Unione Sportiva Lecce ribadisce, con fermezza, di aver subito un grave torto arbitrale in occasione della gara di campionato Lazio – Lecce disputatasi in data 10 novembre 2019 – si legge nella nota ufficiale -. In occasione del gol del possibile 2-2 realizzato dal calciatore Gianluca Lapadula, dapprima convalidato dal Direttore di gara e poi annullato a seguito dell’intervento del VAR, si è verificata una evidente violazione della Regola 14, punto 2, lettera c del Regolamento del Giuoco del Calcio in base ad una presunta prassi applicativa del Protocollo VAR che ha condotto a un risultato non in linea con la predetta norma.

La disposizione stabilisce infatti, in modo chiaro, che il calcio di rigore deve essere ripetuto qualora uno o più giocatori di ciascuna squadra invadano contemporaneamente l’area di rigore prima che il pallone sia in gioco. Ragion per cui nessuna prassi potrebbe decretare il contrario.

Consapevole dei principi etici e giuridici dell’ordinamento sportivo che impongono il rispetto del risultato maturato sul campo di gioco e delle conseguenti insindacabili decisioni di natura tecnica adottate dagli Ufficiali di gara, L’Unione Sportiva Lecce, ritiene tuttavia più utile, in luogo di iniziative giudiziarie che oltretutto rischierebbero di arenarsi per cavilli formali, di sottoporre ufficialmente agli organi competenti, in occasione dell’incontro programmato per il giorno 19 novembre 2019 tra AIA – CAN A e le Società di Serie A, le palesi e gravi incongruenze emerse in occasione dell’episodio in oggetto.

L’Unione Sportiva Lecce non intende infatti promuovere azioni strumentali nel proprio esclusivo interesse, bensì collaborare con gli organi preposti allo scopo di eliminare per il futuro prossimo ogni incertezza nell’applicazione di una regola fondamentale del gioco del calcio e nell’interesse collettivo di tutti i Club partecipanti alle competizioni.

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