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Galliani, il Signor Bic e la vendetta su Pirlo: “È come la scuola, c’è la materna e l’università”

Sono passati 8 anni da quando Andrea Pirlo nella sua autobiografia chiamava Adriano Galliani il Signor Bic, oggi l’ex dirigente del Milan approfitta delle domande fattegli sul ritorno di Allegri alla Juventus per spiegare la vita al bresciano, pur senza mai nominarlo: “Io non credo ai ‘nati pronti’, in tutte le professioni credo sia fondamentale la gavetta”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Se la vendetta è un piatto che va servito freddo e stare seduti sulla riva del fiume ad aspettare il cadavere del nemico è una millenaria consuetudine cinese, Adriano Galliani di pazienza ne ha avuta tanta, esattamente da 8 anni, da quando Andrea Pirlo pubblicò la sua autobiografia, ‘Penso quindi gioco', in cui chiamava il suo ex dirigente – si era trasferito da due anni dal Milan alla Juventus – il ‘Signor Bic'.

Il motivo di quell'appellativo Pirlo lo spiegava nel libro con dovizia di particolari. Una penna era stato il regalo di Galliani al momento di salutarsi, dopo un'ultima stagione al Milan in cui il problema del ruolo con Allegri aveva portato al sorprendente addio: "Una penna. Bella eh, ma pur sempre una penna. Di Cartier, luccicante, più pesante di una Bic, con lo stemma del Milan. Eppure una penna. ‘E mi raccomando, non usarla per firmare il nuovo contratto con la Juventus'. Almeno Galliani aveva azzeccato la battuta. Come regalo d'addio mi sarei aspettato qualcosina di più di quel tempo comico perfetto. Dieci anni di Milan andati così. Comunque, ho sorriso. Perché io so ridere, tanto e bene. Alla fine di quell'ultimo incontro ero dispiaciuto, ma il giusto. Come me, Galliani. Ci siamo lasciati senza rimorso".

Da allora Pirlo è diventato un simbolo della Juventus per 4 anni, prima con Conte, poi – ironia della sorte – proprio con quell'Allegri che ne aveva provocato l'addio al Milan: 4 Scudetti vinti e l'amore del popolo bianconero per il Maestro, prima che l'ultima deludente stagione in panchina appannasse appena il ricordo delle sue gesta sul campo.

Ma Galliani non ha dimenticato e dunque ha approfittato di un'intervista concessa alla ‘Gazzetta dello Sport' – tutta incentrata sul ritorno di Allegri alla Juventus – per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Pirlo non viene mai nominato, ma le risposte dell'attuale AD del Monza sono così smaccatamente monotematiche – andando oltre il senso delle domande – che non ci vuole un grande sforzo per cogliere il riferimento al fallimento del bresciano alla sua prima esperienza di allenatore.

"Cosa mi aveva conquistato di Allegri quando nel 2010 arrivò al Milan? In tutte le professioni credo sia fondamentale la gavetta – risponde Galliani – Esiste un percorso che segna le tappe: allenatore di C, di una Serie B modesta, di una grande di B, di una medio-piccola di A e infine di una big come Milan, Inter e Juve. Max ha seguito il cammino passo dopo passo, un itinerario di vita e di carriera: allena da quasi vent’anni, dalla C2 con l’Aglianese alla vittoria della C1 con il Sassuolo. E poi dal Cagliari al Milan. Così diventa più facile vivere una professione".

Viene chiesto al dirigente brianzolo della capacità di Allegri di rapportarsi ai giocatori, nella risposta di Galliani si può quasi scorgere Cristiano Ronaldo: "Se inizi a trattare con i giocatori di Serie D negli anni ti sarà più semplice relazionarti anche a un Pallone d’Oro. In tutto è come a scuola: c'è la materna, le elementari, ci sono le medie, il liceo, l’università e i master".

E ancora, un'altra risposta viene ‘girata' sempre sullo stesso tema: "Chi è oggi Massimiliano Allegri? Un allenatore pronto per i primi tre-quattro club d'Europa. Squadre che fai fatica ad allenare di colpo, da un giorno all'altro. Lui ha seguito il percorso corretto e necessario per arrivare ai vertici. Non è nato professore ma lo è diventato e io non credo ai ‘nati pronti'. La scuola serve eccome: ok il talento ma stare sui banchi è determinante. Oggi Max è un allenatore completo, che conosce perfettamente il mestiere. Ha visto tutto e con un bagaglio di esperienza enorme fai fatica a sbagliare. Se fai tutti i gradini, non cadi". Come è caduto qualcuno poco tempo fa…

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