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De Laurentiis rinviato a giudizio per falso in bilancio: cosa succede ora al presidente del Napoli

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, rinviato a giudizio dal gup di Roma: contestato il falso in bilancio per le operazioni Manolas e Osimhen.
A cura di Marco Beltrami
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Aurelio De Laurentiis è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma per il reato di falso in bilancio in relazione alle annate 2019, 2020 e 2021. Oltre al presidente del Napoli, stessa sorte anche per il suo braccio destro Andrea Chiavelli e per la società azzurra. Il procedimento è relativo alle presunte plusvalenze fittizie per due operazioni di calciomercato, ovvero quelle per l'acquisto di Manolas dalla Roma e di Victor Osimhen dal Lille nel 2019 e nel 2020.

Cosa succede ora al presidente De Laurentiis dopo il rinvio a giudizio

Il Tribunale di Roma, ha già fissato l’udienza preliminare con il processo che dovrebbe iniziare il prossimo due dicembre. In quell’occasione il patron del club azzurro, il Napoli e l’amministratore delegato della società partenopea, dovranno avviare la fase del dibattimento penale per rispondere appunto alle accuse di falso in bilancio relative alle annate 2019-2021.

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Qual è l'accusa, occhi puntati sulle operazioni di mercato Manolas e Osimhen

Sotto la lente d’ingrandimento ci sono principalmente due operazioni di mercato del Napoli. La prima riguarda l’arrivo di Kostas Manolas nel 2019 per 36 milioni, cifra che permise alla Roma di registrare una plusvalenza di oltre 30 milioni, a cui si aggiunse nello stesso periodo la cessione di Diawara ai giallorossi per 21 milioni. La seconda, decisamente più rilevante nel procedimento, è l’operazione Osimhen del 2020, valutata complessivamente 71 milioni, di cui circa 21 attribuiti all'ex portiere Karnezis e a tre giocatori del vivaio del Napoli ceduti al Lille. Secondo l’accusa, proprio quelle valutazioni sarebbero state gonfiate, generando plusvalenze considerate fittizie.

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La nota del Napoli: "Stupore e sconcerto, nessun vantaggio da queste operazioni"

Poche ore dopo la diffusione della notizia del rinvio a giudizio, il Napoli ha pubblicato una nota sul proprio sito ufficiale: "LA SSCN esprime stupore e sconcerto per il provvedimento di rinvio a giudizio deciso dal GUP di Roma. Tutte le consulenze tecniche, di altissimo livello, hanno inequivocabilmente provato la correttezza dell’operato della società, sia rispetto alle iscrizioni in bilancio delle operazioni, sia in merito ai trasferimenti dei calciatori. La stessa accusa ha correttamente riconosciuto, nel corso della propria requisitoria, che la SSCN non ha tratto alcun vantaggio dalle operazioni contestate.

La società è serena e fiduciosa rispetto agli esiti del procedimento giudiziario, che comincerà tra oltre un anno – con la prima udienza fissata per il 2 dicembre 2026 – dove certamente la verità sulla vicenda verrà ristabilita. Da sottolineare, inoltre, che in relazione a una contestazione perfettamente sovrapponibile derivata dal medesimo fascicolo di indagine, i pubblici ministeri di Milano hanno già richiesto l’archiviazione del procedimento per l’Inter".

La posizione difensiva degli avvocati di De Laurentiis

Gli avvocati di De Laurentiis sono rimasti sorpresi dagli sviluppi della vicenda: "Siamo assolutamente stupiti della decisione del giudice. È la dimostrazione sempre di più di come l'udienza preliminare sta diventando uno snodo inutile finché non avremo a che fare con un giudice veramente terzo. Qui c'erano tutti i presupposti per prosciogliere gli imputati perché la procura, anzi la Guardia di Finanza ha sbagliato anche nell'applicazione dei principi contabili".

I legali Gaetano Scalise, Fabio Fulgeri e Lorenzo Contrada chiosano con amarezza: "Purtroppo, finché non ripristiniamo la motivazione per i decreti di rinvii a giudizio questo sarà il destino di molti processi. L'accusa, i pubblici ministeri, hanno evidenziato nella requisitoria che in questa vicenda il Napoli non ha ricevuto nessun vantaggio'".

Cosa rischia il Napoli a livello sportivo

Per quanto concerne il Napoli dal punto di visa sportivo non ci sono al momento rischi di penalizzazioni di qualsiasi tipo. Sulla vicenda infatti la Procura federale si è già espressa nel 2022 puntando all'archiviazione. Dopo la richiesta degli atti d'indagine alla procura di Roma, il procuratore della FIGC Chiné non si è mosso per una riapertura del caso senza presunti elementi nuovi.

E De Laurentiis? Il reato di falso in bilancio prevede solitamente pene sospese e sotto i due anni, con sospensione condizionale. Ci potrebbero essere interdizioni temporanee dagli uffici direttivi della società con annessa incapacità di esercitare il proprio ruolo in caso di condanna definitiva.

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