De Bruyne ha rifiutato la Juve prima del Napoli: cosa prevedeva la proposta definita “poco seria”

Kevin De Bruyne è finito al Napoli ma in Serie A c'è stata un'altra squadra che aveva messo gli occhi su di lui e puntato un calciatore del suo rango: la Juventus. Perché ha scelto la maglia azzurra e non quella bianconera? C'è mai stata una trattativa concorrenziale? Possibile che il fascino della ‘vecchia signora' sia così appannato da non attirare più le simpatie di un grande giocatore come il belga? In realtà, l'ex Manchester City non ha mai detto no al club torinese semplicemente perché non ci sono mai state le condizioni per spingersi oltre una manifestazione d'interesse e una richiesta informale. In buona sostanza, l'ipotesi non è mai stata presa realmente sul serio perché i tempi di un'eventuale transazione sarebbero stati troppo lunghi e vincolati alla necessità della Juve di alleggerire prima il bilancio e vendere alcuni calciatori, oltre ad avere limiti di spesa.
Perché De Bruyne non ha preso in considerazione la Juve
È stata solo una delle tante chiacchiere di mercato, voci che s'alimentano non appena in ballo c'è il futuro di un atleta così importante? No, ed è stato il New York Times a spiegare cosa è successo contestualizzando il retroscena nella narrazione fatta sull'intero processo decisionale che ha portato alla scelta definitiva di Kevin De Bruyne: firmare un contratto biennale con i campioni d'Italia allenati da Antonio Conte, fattore quest'ultimo che pure ha avuto un peso fondamentale per mettere nero su bianco.
Tutto è iniziato dopo la finale di FA Cup quando il belga rivelò che non avrebbe fatto parte della rosa del Manchester City per il Mondiale per Club. Il motivo? Correre il rischio d'infortunarsi era azzardo che avrebbe potuto mettere a repentaglio la sua prossima mossa. Quale? Cercare una nuova squadra perché ormai l'esperienza in Premier League era terminata. Ed è stato sufficiente ad aprire un ventaglio di possibilità, tra cui anche un contatto coi bianconeri (così come in Inghilterra era stato anche il Liverpool a prendere informazioni e dalla Turchia s'era fatto vivo il Galatasaray).
"La maggior parte di queste offerte, tuttavia, non è stata considerata seria – si legge nell'articolo del NYT -. La Juventus, ad esempio, ha contattato il club per dire che un accordo sarebbe stato possibile se alcuni giocatori avessero lasciato il club e fossero stati introdotti fondi sufficienti, ma non c'era nulla di più concreto". De Bruyne aveva altre opzioni molto più allettanti a cui prestare attenzione.

Chicago o Napoli, perché De Bruyne ha scelto gli azzurri
A un certo punto Chicago Fire e la Major League Soccer erano sembrati la destinazione più plausibile per De Bruyne, rimasto favorevolmente impressionato dal progetto sportivo del club dell'Illinois: centro sportivo da sogno, un nuovo stadio concepito come una cattedrale dello sport e dell'intrattenimento, uno stipendio non altissimo (4,5 milioni di euro circa) ma ‘arrotondato' da una serie di accordi commerciali e dall'impatto globale che avrebbe generato il suo trasferimento.
Il belga era molto allettato dal trasferimento negli Stati Uniti poi qualcosa è cambiato. "Il fascino della Champions League e la possibilità di giocare sotto la guida di Antonio Conte sono stati tra i fattori decisivi – si legge ancora sul NYT -, con fonti molto vicine al belga che hanno spiegato come fosse in parte motivato dal desiderio di dimostrare al City che aveva torto a lasciarlo andare". Le parole dei connazionali, Romelu Lukaku e Dries Mertens, e una coincidenza precedente (De Bruyne s'era sposato a Sorrento) entrano nel corredo accessorio di una scelta fondata sull'opportunità di restare nel calcio europeo come fattore determinante e con un tecnico di spessore internazionale.

Il lieto fine ha esaltato i tifosi del Napoli ma la trattativa con De Bruyne ha rischiato di saltare a causa di alcune rivelazioni attribuite al presidente, Aurelio De Laurentiis, che aveva rivelato i presunti dettagli di una videochiamata avuta con De Bruyne, sostenendo che avesse già trovato casa a Napoli. Una ventata di fiducia e di ottimismo che persone molto vicine al calciatore – dice il giornale americano – non presero bene: "semmai – chiarisce il NYT -, gli interventi di De Laurentiis hanno probabilmente fatto più male che bene, dato che le sue dichiarazioni altisonanti sono arrivate prima che fosse presa una decisione definitiva". Il fato e la bravura della dirigenza partenopea hanno fatto sì che le cose andassero diversamente.