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Così la Lazio batte la Juve in Supercoppa: Inzaghi blocca Sarri e disinnesca il tridente

Il possesso palla della Juventus, che quasi doppia gli avversari in questo fondamentale statistico, non premia gli uomini di Sarri che si perdono nei propri ricami e mettono insieme meno conclusioni di quelle della Lazio. Che invece, pur non abbassando la qualità del suo gioco, del suo palleggio, si affida ad armi diverse: azioni di rimessa, verticalizzazioni, scambi precisi, inserimenti senza palla delle sue mezzeali e sovrapposizioni sulle fasce per fare risultato e vincere la sua quinta Supercoppa Italiana.
A cura di Salvatore Parente
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Il possesso palla, il tridente d’oro da 200 milioni di euro e i 645 passaggi totali non funzionano. La Juve esce sconfitta dal rettangolo verde di Riyad per mano di una Lazio cinica, decisa e capace di esaltare le proprie doti con un piano partita ai limiti della perfezione. Azioni di rimessa ben congegnate, verticalizzazioni, scambi precisi, inserimenti senza palla delle sue mezzeali e sovrapposizioni sulle fasce. Col quinto di destra che premia il suo opposto dall’altra parte, come nell'occasione del gol vincente di Lulic su spizzata di Parolo, e con scelte dalla panchina azzeccatissime. Ecco, dunque, come la Lazio ha battuto la Juventus campione d’Italia e si è assicurata la quinta Supercoppa italiana della sua storia.

Primo tempo

I movimenti di Milinkovic-Savic e Luis Alberto nel primo tempo (whoscored.com)
I movimenti di Milinkovic-Savic e Luis Alberto nel primo tempo (whoscored.com)

Le mezzeali della Lazio entrano nella’area avversaria, Luis Alberto fa breccia

Il gioco della Lazio è ormai chiaro: il centrocampo è il motore mobile della squadra. Fa argine alla manovra della Juventus ma è anche il luogo nel quale tutto nasce e tutto si evolve. E dove, qualcosa, in termini realizzativi, può sempre succedere. Le mezzeali, anche in questa finale di Supercoppa, sono attaccanti aggiunti e si propongono con estrema continuità dietro le linee nemiche. Dove Matuidi e Bentancur fanno fatica a controllare le loro sortite e le loro intuizioni. Luis Alberto e MilinkovicSavic, 56 tocchi in due nella prima frazione di gara (88 alla fine), sono in fiducia e si prendono le redini della manovra costruendo, grazie anche alla complicità dell’ampiezza della Lazio garantita da Lulic, al 16’, il gol dell’1-0. Con lo spagnolo capace di battere a rete da dentro l’area il punto dell’1-0 sfruttando proprio la sua costanza nell’inserimento a rimorchio dell’azione biancoceleste.

a sinistra il movimento del tridente juventino nel primo tempo. A destra quello del terzetto di difesa della Lazio (whoscored.com)
a sinistra il movimento del tridente juventino nel primo tempo. A destra quello del terzetto di difesa della Lazio (whoscored.com)

Grande movimento del tridente bianconero, Lulic e Lazzari aiutano la difesa

Gioca il tridente. È questa la notizia a Riyad nei minuti appena precedenti il match. La Juve non ha paura di godersi la qualità davanti e prova a vincerla con i guizzi dei suoi tre tenori. Che si muovono tanto, occupano con intelligenza il fronte offensivo bianconero non pestandosi mai i piedi: più arretrato Dybala, nelle vesti di trequartista che lega i reparti, punta centrale Higuain con CR7 libero di muoversi e sfoderare tutto il suo enorme talento. I tre fenomeni si cercano, spesso si trovano e si confermano centro di gravità permanente dell’imprevedibilità di Madama che con i 97 tocchi dei tre riesce a confezionare il pari malgrado l’ottima tenuta difensiva degli altrettanti centrali della Lazio, Acerbi, Luiz Felipe e Radu (3 passaggi intercettati nella prima metà della sfida) e le coperture preventive sui lati di Lazzari e Lulic.

il possesso palla della Juve nel primo tempo (sofascore.com)
il possesso palla della Juve nel primo tempo (sofascore.com)

Possesso Juve, ripartenze Lazio. La Vecchia Signora concretizza nel finale

Il canovaccio è quello preannunciato: la Juve fa la partita, la Lazio agisce di rimessa. Liberando il potenziale offensivo di un attacco ricco di piedi raffinatissimi. I campioni d’Italia mettono insieme 325 passaggi, il 63% del possesso totale e 6 tiri, la Lazio 7 conclusioni malgrado il 37% di palloni gestiti e appena 191 tocchi a referto. Insomma, la Juve, come da spartito sarriano gioca spesso in orizzontale per poi azionare il suo tridentazo; i biancocelesti giocano sulle corsie ma molto più spesso in verticale. E il primo tempo sembra premiare la lucidità nell’esecuzione del piano partita dei ragazzi di Inzaghi fino al minuto 45’ quando la Vecchia Signora alza il suo baricentro, costringe nel suo ultimo quarto di campo gli avversari di giornata, recupera palla per poi affidarla a Ronaldo che prende la mira, prova il tiro che, deviato da Strakosha (sin lì una parata decisiva), finisce sui piedi di Dybala per il comodo tap-in dell’1-1.

Quarto centro in coppa per l’argentino che raggiunge la vetta, all-time, dei marcatori di Supercoppa.

Secondo tempo

le posizioni medie della Juventus (a sinistra) e della Lazio (a destra) (whoscored.com)
le posizioni medie della Juventus (a sinistra) e della Lazio (a destra) (whoscored.com)

Fuori Higuain, dentro Ramsey. Out Luis Alberto, dentro Parolo: meno attaccanti per vincere

Il paradosso è servito: per vincere, entrambe le squadre si privano di un attaccante e di un centrocampista dai piedi d’oro. L’andamento della gara, al di là della logica, impone a Sarri e Inzaghi scelte più conservative ma nell’ottica di redistribuire gli spazi e responsabilizzare altri calciatori. Ramsey, che dietro le due punte Dybala e CR7, può far male, e MilinkovicSavic che, con Cataldi e Parolo alle sue spalle, può essere più libero da oneri difensivi. Insomma, per fare un passo avanti, c’è bisogna prima di una bella rincorsa. Ma alla fine, stante una rosa molto più forte, i cambi premieranno i detentori della Coppa Italia che con Parolo prima e Cataldi poi, entrambi subentrati a Luis AlbertoLeiva, mettono insieme assist del 2-1 e rete, peraltro pregevole, del definitivo 3-1.

i passaggi chiave di Lazzari e Correa (whoscored.com)
i passaggi chiave di Lazzari e Correa (whoscored.com)

La corsia destra della Lazio funziona, Lazzari e Correa assistmen di Lulic

La Juve mette dentro Cuadrado al 55’ per cercare di aumentare la spinta, la propulsione sulla propria corsia destra. La mossa di Sarri però, non sortisce nessun effetto. Se non quello di spronare Lazzari, alter ego del colombiano, a far bene. E l’ex Spal, con le sue doti, corsa, voglia e polmoni inesauribili, comincia a macinare chilometri. Con un movimento, quello di Correa ad allargare la difesa, che contribuisce a creare molti problemi ad Alex Sandro e poi a Matuidi. Ma se in una delle prime occasioni della ripresa in cui i due provano l’automatismo studiato a tavolino il #29 biancoceleste ignora il Tucu, nella seconda occasione, quella del gol, Lazzari premia Correa che poi restituisce all’esterno che crossa, trova Parolo che spizza liberando sul lato opposto Lulic che al volo, di destro, regala il 2-1 alla Lazio.

Il gol del successo, poi confermato dalla splendida punizione nel finale di Cataldi, ma anche dello scacco matto di Inzaghi che approfitta della sua superiorità numerica sulla mediana allargando al massimo i suoi esterni in grado, pure a distanza, di trovarsi e giocare insieme.

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