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Cosa succede nel Milan: “Ci sono tanti galli nel pollaio. Allegri parla, ma decide tutto Furlani”

Il calciomercato estivo del Milan sta evidenziando una serie di cortocircuiti che hanno preoccupato i tifosi. A pochi giorni dalla conclusione mancano ancora uomini chiave richiesti da Tare e Allegri, in ogni reparto. Una situazione che sta generando apprensione e ansia e anche i risultati del campo stanno confermando il tutto. “Solo a chiusura di mercato capiremo davvero quanto conta Allegri in questo Milan”, le parole di Nicolò Schira a Fanpage.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il calciomercato estivo del Milan si è trasformato in inaspettate e continue montagne russe, con evidenti cortocircuiti che a distanza di una manciata di giorni dallo stop di fine contrattazioni non hanno permesso ancora di consegnare nelle mani di Allegri la rosa richiesta. In ogni reparto manca sempre qualcosa e le ultime contrattazioni, culminate nella girandola sugli attaccanti: i tentativi a vuoto per Boniface e Harder e la virata improvvisa su Nkunku ne hanno evidenziato le difficoltà. "Che nascono soprattutto quando ci sono troppi galli nel pollaio" spiega Nicolò Schira, esperto di mercato. "S'impari dal Como, anche lì la società è straniera. Ma snella e Fabregas oggi è l'allenatore più influente di Serie A. Allegri? Solo a mercato chiuso capiremo quanto valga davvero nel Milan".

Con l'arrivo estivo di Igli Tare alla direzione sportiva e di Massimiliano Allegri alla guida tecnica, sembrava che la dirigenza del Milan avesse imparato dai propri errori e da una stagione fallimentare: ridare le scelte in mano agli uomini di sport, per rilanciare il progetto calcistico e tornare ai livelli che spettano al club, in primis riprendersi un posto in Europa, passando dalla porta principale, la Champions. Invece, a una manciata di giorni dalla chiusura della sessione estiva, il calciomercato del Milan è una sequenza di cortocircuiti talmente evidenti da risultare al limite del paradossale: "Sembra di rivivere il mercato schizofrenico di gennaio, quando il Milan acquistò quattro su cinque dei nuovi giocatori, nelle ultime 72 ore e secondo me andremo incontro alla stessa cosa. E' vero che allora non c'era gente calcistica del calibro di Tare e Allegri, ma evidentemente è cambiato comunque poco perché alla fine si passa sempre da Furlani, come lui stesso aveva ribadito a fine stagione del Milan lo scorso campionato: tutte le decisioni passano da me. E così è".

Max Allegri al suo primo allenamento col Milan, al cospetto di tutta la dirigenza rossonera
Max Allegri al suo primo allenamento col Milan, al cospetto di tutta la dirigenza rossonera

Tutti i principali cortocircuiti del Milan sul mercato: da Ricci a Nkunku, da Rabiot a Vlahovic

Dati alla mano, i conti si fanno presto vedendo le manovre effettuate sul mercato dove ad Allegri mancano ancora uomini chiave, almeno uno per reparto: "Un esempio? Ricci, non era una priorità né per Tare né per Allegri che sicuramente quei 25 milioni li avrebbero spesi altrove. Perché comunque se prendi Jashari e avevi preso Modric, in mezzo al campo sei a posto. Ricci è stata un'operazione che ha fatto e forzato Furlani, perché aveva già un mezzo accordo con Cairo e col suo agente, da mesi. Gli uomini di calcio, il Milan li ha, ma i segnali sono che poi incidono in parte, che non hanno un controllo e un pieno potere".

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Gli esempi di una sensazione oramai diffusa anche tra i tifosi che sono allarmati anche dal flop al debutto a San Siro contro il Lecce, sono molteplici: "Allegri chiede una mezzala con gol nei piedi alla Rabiot, e non è ancora stata presa. Vuole da sempre un difensore esperto, un leader che comandi la difesa, non è stato acquistato ancora. Ha chiesto Vlaovic o chi per lui comunque, un centravanti, il bomber, quello da 20 gol, quello che ti riempie l'area di rigore, e a oggi non c'è, ti arriva Nkunku che tutto è fuorché quel tipo di giocatore, più una alternativa di lusso di Leao". La situazione è evidentemente complessa e rischia di diventare complicata: "Sembra evidente un corto circuito con la proprietà che è rappresentata in diretta emanazione da Furlani, che è poi uomo del del Fondo, con diverse visioni tra cui sicuramente non sta vincendo quella sportiva. Ci sono tanti galli nel pollaio" sottolinea Nicolò Schira, "e la situazione si complica, perché la storia del calcio dice che i club che vincono hanno delle strutture societarie molto snelle. Il Milan oggi ha tante figure, troppe. Le società che vincono di solito hanno due tre figure, non di più: presidente, direttore generale o amministratore delegato, direttore sportivo, allenatore. La linea molto dritta"

La lezione del Como: "Una proprietà straniera può far bene: Fabregas oggi è il tecnico più influente in Serie A"

Eppure si può fare, l'esempio ci sarebbe ed è sotto gli occhi di tutti: il Como dei fratelli Hartono, col presidente Mirwan Swarso. Anche loro investitori stranieri piombati nel mondo del calcio in Italia quasi dal nulla. Eppure la realtà in riva al Lario è ben diversa da quella di RedBird al Milan: "Il calcio è un mistero buffo. Alla fine ci sono fior di imprenditori che hanno scritto la storia anche del nostro paese che poi hanno fatto però fatica nel calcio, perché il calcio ha delle regole tutte sue, è un mondo autoreferenziale, è un mondo particolare, che ha delle leggi e delle dinamiche che esulano da tutto. Poi ti ritrovi l'eccezione, come a Como, dove c'è da imparare perché si è costruito un progetto vincente. Lì però hai un uomo forte della proprietà, che fa da presidente ma è operativo, ha imparato l'italiano, vive in Italia, è presente ed è la figura di riferimento, e l'allenatore detta la linea sapendo che viene seguita. A Como Cesc Fabregas indica e gli viene dato il giocatore che vuole o il sostituto che chiede. Credo che Fabregas sia l'allenatore in questo momento più influente in Serie A, perché è proprio un manager all'inglese: lui sceglie i giocatori e i dirigenti gli portano i giocatori, ha la possibilità di fare cose straordinarie e pieni poteri che difficilmente trova da altre parti"

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Il ruolo reale di Allegri nel Milan: "Ce lo dirà solamente la fine di questa sessione di calciomercato"

Ai tifosi del Milan non resta che attendere i classici "giorni del Condor", quelli in cui proprio l'ex ad Adriano Galliani in rossonero aveva dato scuola a tutti per assestare i colpi migliori e vincenti. "Nessuna favola, Inter e Napoli sono le destinate a giocarsi qualcosa in più per le altre ma il Milan non ha Coppe, farà sicuramente una buona stagione e ha i presupposti per arrivare tra le prime 4. Se verranno presi i giocatori che chiede Allegri almeno un paio, lui è un allenatore esperto, farà bene col Milan. Ma è proprio questo il punto: a fine mercato capiremo quanto conta davvero Allegri, perché troppe persone in ruoli comunque centrali, generano conflitti, divergenze e bracci di ferro inevitabili".

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