Conte a microfoni spenti dice la verità, uno non vale uno: “Lo metto in campo anche zoppo”

A poche ore da Parma-Napoli, penultima giornata di Serie A che vede gli azzurri con l'obbligo di vincere per restare padroni del proprio destino nella lotta per lo Scudetto con l'Inter, Antonio Conte non nasconde di sentire "una grandissima responsabilità, forse fin troppa" nei confronti della città di Napoli e della tifoseria azzurra, visto che "magari in altre piazze non hai questo carico, perché sono più abituate a vivere queste situazioni". Conte vuole vincere con tutto se stesso per non smentire la sua storia, e per farlo non può e non vuole rinunciare a un calciatore che non è come gli altri, men che meno in questa stagione strepitosa per lui, Scott McTominay.

A una domanda in conferenza stampa, Conte aveva risposto un po' evasivo circa le condizioni del centrocampista scozzese, che veniva dato non al meglio se non a rischio per il match contro il Parma: "McTominay in settimana ha avuto qualche problemino, però come vi dico sempre troveremo sempre la soluzione a prescindere, perché questo è un gruppo di ragazzi fidato che sta superando difficoltà importanti. Cercheremo sempre di trovare soluzioni".
Conte su McTominay in Parma-Napoli: "Gioca anche zoppo"
Insomma, all'apparenza nessun problema qualora l'ex Manchester United non dovesse farcela a scendere in campo dal 1′ domenica sera al Tardini. Questo è il ‘Conte ufficiale', poi c'è quello a microfoni spenti, che non pensa neanche lontanamente all'eventualità di rinunciare a McTominay nell'undici titolare. "Lo metto in campo anche se è zoppo", ha poi aggiunto sulla questione dopo che la conferenza era finita, come riferisce ‘Radio CRC', che è la radio ufficiale del club azzurro.
McTominay sarà dunque al suo posto al fischio d'inizio di Parma-Napoli, a comporre il centrocampo azzurro assieme ad Anguissa e Gilmour, chiamato a sostituire l'infortunato Lobotka. Fare a meno dello scozzese, che in campionato ha realizzato 12 gol e 6 assist, è del resto molto difficile in un momento in cui la squadra partenopea ha bisogno che i suoi leader prendano per mano i compagni e soprattutto che mettano a segno reti pesanti per portare a casa il secondo Scudetto in tre anni.