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Chiellini non si scuote per l’inchiesta plusvalenze sulla Juve: “Tutto amplificato, siamo abituati”

Le indagini dell’inchiesta “Prisma” sulla Juventus continuano, Chiellini cerca di fare il quadro della situazione: “Aspettiamo, qui tutto lascia il tempo che trova”
A cura di Alessio Pediglieri
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Giorgio Chiellini prova a parlare da capitano della Juventus e affronta il delicato momento della squadra e della società con il piglio di chi ha navigato a lungo sulle rotte del calcio e delle sue risacche. La nave bianconera sta sbandando pericolosamente sia in campo che fuori, senza più trovare la rotta diritta di un tempo, rischiando di infrangersi sugli scogli. Un pericolo più che reale perché se in sul fronte sportivo il gap con le prime posizioni, dopo 15 giornate, appare serenamente incolmabile, su quello gestionale, l'inchiesta "Prisma" apertasi sulle presunte false plusvalenze sembra più che un semplice gorgo da circumnavigare.

I sospetti si accavallano e le indagini proseguono soprattutto attraverso il cumulo di intercettazioni che si stanno trascrivendo e che aprono ad un mondo che potrebbe anche confermare pratiche poco ortodosse nella gestione dei conti attraverso valutazioni di comodo dei giocatori nelle trattative. Gli indizi iniziano ad essere tanti su cui la procura di Torino cerca di lavorare per delineare un quadro più dettagliato possibile, che coinvolge anche nomi illustri, come quello di Cristiano Ronaldo e la "carta" che non dovrebbe esistere e che se nelle mani sbagliate metterebbe in grave difficoltà il club.

Le circostanze indicano un universo che va oltre i confini bianconeri, per una indagine aperta nel 2020 e che nella Juventus ha trovato il ‘filone' più ricco per giri di affari imponenti e che avrebbero coinvolto diversi bilanci, fino all'iscrizione tra gli indagati di tutta la principale dirigenza juventina. Uno tsunami giudiziario che potrebbe ricadere anche sul fronte sportivo con sanzioni delle quali oggi nessuno vuole parlare perché richiamerebbero alla mente un altro disastro, targato 2006 e passato ai posteri con il triste nome di Calciopoli.

A provare a tenere salde le fila, far testuggine e remare tutti dalla stessa parte è stato Chiellini che in un paio di occasioni è intervenuto sull'argomento, ben consapevole di ricoprire un ruolo preciso all'interno del gruppo bianconero, quello di leader e capitano. Un dovere e un onere soprattutto nei momenti più delicati come l'attuale: "Ormai noi siamo abituati perché quando si parla di Juve ogni cosa viene amplificata di un milione – ha sottolineato il difensore della Juve e della Nazionale – Le indagini lasciano il tempo che trovano, dobbiamo solamente aspettare". Nella convinzione già ribadita da più fronti bianconeri che si ha "l'obbligo morale di stare uniti perché se ne usciamo, ognuno di noi può uscire rinforzato"

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