Chi è Luciano Valente, il talento strappato dall’Olanda all’Italia che Gattuso rischia di perdere

Scorrendo i nomi dei centrocampisti convocati dall'Olanda per la prossima sosta per le nazionali, ci si imbatte in Luciano Valente, nome italianissimo di un giocatore che rischia di diventare un grande rimpianto per la FIGC. Dopo un avvio di stagione strepitoso con il Feyenoord, primo in classifica in Eredivisie e destinato a dividersi il campionato con il PSV, è arrivata la prima convocazione in nazionale per il classe 2003 nato e cresciuto a Groningen da mamma olandese e papà italiano. Ha il doppio passaporto, italiano e olandese, sogna l'Azzurro ma sul suo smartphone non è mai arrivata una chiamata di Rino Gattuso.
Per questo il giovane calciatore ha deciso di rispondere alla convocazione di Ronald Koeman, che lo ha coinvolto per la prima volta: è un tema molto sentito nei Paesi Bassi dopo la scelta di Dean Huijsen di giocare con la Spagna, seguita da quella di Anas Salah-Eddine che ha preferito rispondere alla convocazione del Marocco. Servono nuovi talenti, nuove leve da plasmare per ricostruire dalle fondamenta la squadra e nessuno può permettersi che Valente vada altrove, anche se ha ammesso più volte di preferire chiaramente la maglia azzurra a quella arancione.
Valente è la sorpresa dell'Eredivisie
Sarà pure una mossa di strategia, per anticipare l'Italia e assicurarsi un giovane talento da valutare poi con calma, ma Valente ha pienamente meritato la convocazione per quanto visto in questi primi mesi di campionato. La scorsa estate è arrivato al Feyenoord nel corso della massiccia campagna acquisti, presentato mentre scendeva da un elicottero in pieno stile hollywoodiano. Fronzoli ai quali non è abituato, perché al Groningen tutto era più semplice: è entrato nell'academy della squadra a 11 anni e in nove anni è stato capace di diventare un idolo di tutta la tifoseria che lo ha accolto, coccolato e trasformato in una sorta di eroe. L'ultimo campionato è stato quello della consacrazione ed era chiaro che sarebbe arrivata presto una big a prelevarlo per portarlo in alto. Letteralmente, vista la presenza dell'elicottero che diventa quasi simbolica.
Con Robin van Persie l'intesa è stata immediata e, nonostante i suoi 22 anni e la concorrenza, è diventato subito uno dei leader della squadra. Ci ha messo pochissimo per prendersi il posto da titolare e trovare l'intesa con l'allenatore che non lo scolla più dalla trequarti: ha margini per crescere tanto, ma per quanto riguarda il talento non gli manca nulla. Valente è un centrocampista offensivo non rapido, ma molto bravo tecnicamente con il pallone tra i piedi e con una buona visione di gioco: è cresciuto sotto la guida di papà Roberto, ex giocatore italiano che ha vestito anche la maglia del Siena e che si è trasferito in Olanda per amore.
Le giovanili con l'Italia
Il doppio passaporto gli ha aperto grandi possibilità, ma la preferenza di Valente è sempre stata verso l'Azzurro. Ha vissuto tutta la trafila delle giovanili con l'Italia fino all'Under 20 e soltanto lo scorso 12 giugno ha debuttato con l'Under 21 dell'Olanda, poche settimane prima del debutto ufficiale al Feyenoord che lo ha lanciato definitivamente. "Se la nazionale italiana mi chiamasse prima di quella olandese, lo prenderei in considerazione. "Il mio sogno è diventare un calciatore della nazionale. Potrei farlo con l'Olanda, ma se il commissario tecnico dell'Italia mi chiamasse prima, lo prenderei sicuramente in considerazione", aveva raccontato una volta al Telegraaf, ma il suo appello non ha smosso Gattuso. Per portarlo in Under 21 gli olandesi lo hanno chiamato in extremis mentre era in vacanza nella sua seconda casa, sperando in quella risposta positiva che ha indirizzato tutto il percorso.
Adesso è arrivata l'occasione che aspettava da tempo, perché Koeman lo ha convocato per la prima volta con i grandi in un centrocampo pieno di qualità, dove indosserà una delle maglie più prestigiose d'Europa. Non è detta l'ultima parola, perché il centrocampista può ancora cambiare nazionale prima del debutto ufficiale, ma è veramente difficile pensare che l'Olanda lo abbia convocato per tenerlo in panchina per entrambe le partite. Basta solo un minuto per blindarlo per sempre e la strada sembra ormai tracciata.