Capello attacca i calciatori no vax: “Giusto tagliare lo stipendio, fanno un danno ai club”

Calciatori no vax. Il caso che ha fatto scuola è stato quello avvenuto in Germania al Bayern Monaco con Joshua Kimmich, che non s'era detto negazionista né contrario alla somministrazione dei vaccini ma solo scettico sugli effetti nel tempo, e altri giocatori. La decisione del club bavarese fu drastica: comunicò ai tesserati non vaccinati che avrebbe decurtato loro lo stipendio per i giorni in cui, in seguito a un periodo di quarantena preventiva (per un contatto diretto con un positivo) oppure in isolamento per contagio, non avrebbero partecipato ad allenamenti né sarebbero stati a disposizione dell'allenatore. In buona sostanza, per legge li considerava assenti non giustificati al lavoro ed emetteva sanzioni pecuniarie nei loro confronti. Lo stesso Kimmich, dopo aver contratto il virus e averne subito gli effetti (aveva liquido nei polmoni), ha poi cambiato idea suo malgrado e deciso di sottoporsi alla dose indicata dalla profilassi.
In Italia non si è (ancora) arrivati ancora a una situazione del genere ma per quanto riguarda l'obbligo vaccinale molto è legato alle prossime scelte del Governo. Solo allora si avranno eventuali ripercussioni anche sulle società di Serie A. Cosa può fare da discriminante? L'introduzione del Super Green Pass per tutti i lavoratori segnerà una linea spartiacque sulla gestione della vita pubblica e privata (anche) in campo lavorativo.

Cosa accadrà per i club di Serie A? Nell'immediato dovranno incentivare dialogo e diplomazia per convincere i no vax (per scelta o scetticismo) a sottoporsi alla somministrazione del siero ma non s'intravedono provvedimenti all'insegna di una stretta molto severa come avvenuto tra i bavaresi. Anche perché nonostante lo sfogo di Nicola Sansone del Bologna e di qualche altra posizione isolata (come avvenuto nella Roma), quella dei calciatori che non vogliono vaccinarsi o vedono il vaccino come una restrizione della libertà è solo una percentuale minima.
Nei loro confronti Fabio Capello, ex ct delle nazionali di Inghilterra e Russia, ex tecnico in A con Juve, Milan e Roma ha preso una posizione molto netta nei loro confronti. Nell'intervista alla Gazzetta dello Sport non ha lesinato critiche: "Immagino a che fonti scientifiche avranno fatto riferimento calciatori – ha ammesso Capello, attualmente opinionista tv su Sky -. Non vaccinarsi è un atto di egoismo. Se le forze dell’ordine sono obbligate a farlo non capisco perché i tesserati di una società debbano essere esclusi. Chi non si vaccina fa un danno alla propria società, ecco perché credo sia giusto togliere loro parte dello stipendio".