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Calcagno: “Non tutti i calciatori sono ricchi, impossibile rinunciare allo stipendio”

Il vice presidente dell’Assocalciatori. Umberto Calcagno, torna sul tema della riduzione dei budget e del taglio degli stipendi ai tesserati: “La maggioranza dei calciatori guadagna somme inferiori ai 50 mila euro lordi l’anno. Chiedere sacrifici a chi ha famiglia e vive fuori di casa con ingaggi di questo tipo è difficile”.
A cura di Maurizio De Santis
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Stipendi e calciatori, una combo di parole che può far saltare il banco dei commenti e delle critiche. Accostamento esplosivo: è come innescare la miccia e lasciare che esploda la "pancia del Paese", in particolare quella porzione costretta a tirare la cinghia a causa della crisi economica. Eppure le opinioni espresse dal vice-presidente del sindacato di categoria (l'Aic), Umberto Calcagno, non sono del tutto sbagliate e spostano l'attenzione su quella larga fascia di tesserati che non beneficiano di certo degli ingaggi milionari di molte stelle della Serie A. Il vice di Damiano Tommasi ha chiarito la situazione nel colloquio in diretta Instagram con Gianluca Di Marzio.

La maggioranza dei calciatori guadagna somme inferiori ai 50 mila euro lordi l'anno – ha ammesso Calcagno -. Quando si fa riferimento ai calciatori, non si pensa mai a questa maggioranza che, rinunciando anche a un solo stipendio, si ritroverebbe in crisi. In Serie C il 70% dei tesserati percepisce questo tipo di introiti. Chiedere sacrifici a chi ha famiglia e vive fuori di casa con ingaggi di questo tipo è difficile.

Altra questione: quante possibilità ci sono che il campionato riparta e soprattutto venga portato a termine? Le prescrizioni del Comitato tecnico/scientifico hanno creato una sorta di percorso a ostacoli verso la ripresa della Serie A. Principio inderogabile: se un calciatore risulta positivo al covid-19 (anche se asintomatico) va in quarantena tutta la squadra. Lo stesso ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, nel più recente intervento alla Camera ha spiegato come se ripartenza ci sarà, avverrà in assoluta sicurezza.

Il nostro è uno sport di contatto e questo è un altro problema irrisolto – ha aggiunto Calcagno -. È chiaro che se in quarantena andrà tutta la squadra c'è questo problema. Come sistema sportivo abbiamo una grandissima responsabilità e dovremo farci trovare pronti a ripartire però non dipende da noi.

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