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Bonucci sulla lite tra Agnelli e Conte: “Brutto episodio, le immagini sono chiare”

Leonardo Bonucci era in panchina nella gara di Coppa Italia tra Juventus e Inter. Nella serata conclusa in maniera furibonda per i gestacci e gli insulti tra Conte e Agnelli, oltre alle minacce nel tunnel dello spogliatoio, c’è stato spazio anche per un suo rimbrotto nei confronti dell’ex tecnico. “Con lo stadio pieno non ci facevi caso, si vedeva poco, dobbiamo stare più attenti ma non è nulla di nuovo”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il battibecco con tanto di insulti e gestacci tra Antonio Conte e Andrea Agnelli ha segnato in negativo il match di Coppa Italia tra Juventus e Inter. Due le sequenze videoclip che restano scolpite: il "vaffa…" e alti epiteti urlati dal presidente verso l'ex allenatore; il dito medio del tecnico rivolto alla panchina dei bianconeri. Come si spiega tanta acrimonia? A Torino non hanno mai perdonato all'ex ct lo strappo fatto in estate, quando decise di abbandonare la squadra (al suo posto arrivò Allegri) perché in disaccordo con le scelte di mercato della dirigenza (ricordate la frase del ristorante da 100 euro?). Aggiungete la rivalità storica con i nerazzurri e il gioco è fatto.

Ecco perché martedì sera alle proteste di Conte nei confronti del quarto uomo e dell'arbitro (in particolare per la mancata concessione del rigore – inesistente – su Lautaro) si accompagnavano i rimbrotti che arrivavano dalla tribuna. Soprattutto da quella porzione di Stadium dove siede abitualmente lo staff della Juventus. E tra coloro che non hanno risparmiato ‘rimproveri' all'ex c'era anche Leonardo Bonucci. "Devi rispettare l'arbitro", urlò facendo la sua parte in quella serata furibonda culminata con l'alterco trasmesso in diretta TV e altri episodi biasimevoli, botta e risposta, avvenuti nel tunnel verso lo spogliatoio. Molto rumore per nulla, almeno per il Giudice Sportivo che non ha comminato sanzioni. La Procura Federale invece ha avviato un'indagine.

Le immagini hanno parlato chiaro – ha ammesso Bonucci nell'intervista a Sky -. Quello che è successo è brutto ma non sta a me giudicare e dire perché è successo, cosa doveva essere fatto e cosa no. Noi dobbiamo essere sempre esempio, ma a volte diventa difficile. In alcune partite la tensione, la posta in palio, ti fanno essere qualcosa di diverso da quello che vorresti essere o trasmettere e capita che succedano episodi come questi. Il tutto poi viene amplificato dal fatto che lo stadio è vuoto e i microfoni riprendono anche lo starnuto di un giocatore.

Il fatto che lo stadio sia vuoto, e l'eco favorisca la percezione di frasi che fino a un anno fa sarebbero state coperte dal vociare e dai cori dei tifosi, non cambia la sostanza delle cose: quell'episodio che tutti, a casa, hanno visto e sentito è stato squalificante per i protagonisti e più ancora per l'immagine del calcio italiano. Bonucci prova a giustificare l'accaduto con l'emotività e la trance agonistica.

Bisognerebbe enfatizzare meno ciò che succede, i momenti di tensione capitano in un campo da calcio come in un ufficio. Con lo stadio pieno non ci facevi caso, si vedeva poco, dobbiamo stare più attenti ma non è nulla di nuovo. In fondo, siamo umani.

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