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Bandiera ucraina strappata ad un tifoso durante la finale di Champions: imbarazzo per l’Uefa

Un filmato sembra mostrare i funzionari dello stadio di Istanbul che tentano di confiscare la bandiera al tifoso. La Federcalcio ucraina ha chiesto chiarimenti all’UEFA.
A cura di Marco Beltrami
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La finale di Champions che ha visto il Manchester City superare di misura l'Inter è stata ormai consegnata agli archivi. Non mancano però gli strascichi polemici anche per episodi avvenuti sugli spalti. Tra questi anche quello che ha visto protagonista un tifoso che si è visto confiscare la bandiera ucraina che aveva portato allo stadio di Istanbul.

Tutto è stato immortalato in un video che ha fatto molto discutere, con tanto di presa di posizione ufficiale da parte della Federcalcio ucraina. Yaakov Kris, 30 anni, che vive in Israele ma è originario del sud dell'Ucraina essendo un grande tifoso e membro del club del Manchester City aveva deciso di seguire dal vivo la finale in terra turca. Dopo essere entrato nell'impianto Ataturk, ecco che subito ha appeso ad una balaustra la bandiera dell'Ucraina. La stessa però dopo pochi minuti è stata portata via da due funzionari che hanno avuto anche un alterco con lui.

Uno aveva l'accreditamento dell'Uefa e l'altro invece l'abbigliamento griffato della federazione calcistica turca. Dopo un colpo sulla mano di Kris i due sono riusciti a rimuovere il vessillo, nonostante all'interno dell'impianto ci fossero tante altre bandiere, come quelle di Croazia, Ecuador e Tunisia. Fortunatamente i due non sono riusciti a strappare dalle mani del tifoso il suo cellulare, e lui ha potuto registrare l'incidente.

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Yuriy Zapisotskiy, segretario generale della Federcalcio ucraina, ha dichiarato che il tifoso del City non sembra violare alcuna regola e che Kiev ha chiesto spiegazioni all'Uefa in cui giustifica la richiesta di chiarimento sull'accaduto messa sul tavolo: "Abbiamo già inviato una richiesta di chiarimento e stima della situazione e se ci sia stata alcuna violazione delle regole Uefa da parte del tifoso. Siamo abbastanza sensibili a queste cose. Finora non c'è stata alcuna risposta".

Un portavoce del massimo organo calcistico continentale ha dichiarato che l'episodio è stato solo "sfortunato", non essendoci alcun divieto di ostentare bandiere nazionali durante la partita. Queste le sue parole per chiarire l'accaduto: "Prima di tutto, vi informiamo che la sicurezza all'interno dello stadio è sotto la responsabilità degli organizzatori locali e della polizia locale. È stata una sfortunata iniziativa individuale di uno degli ufficiali di sicurezza della polizia turca locale rimuovere la bandiera. Quando il comandante della partita della polizia turca è stato informato, ha immediatamente chiesto la restituzione della bandiera al tifoso, cosa che puoi vedere accadere in pochi secondi se hai accesso al video completo. Si prega di notare che la Uefa non proibisce l'esposizione delle bandiere ucraine negli stadi e in effetti ha mostrato attivamente messaggi che incoraggiano la pace in tutte le sue partite dallo scoppio della guerra"

Al The Guardian Kris ha raccontato nel dettaglio quanto accaduto, mostrandosi ancora colpito: "Un'ora e mezza prima dell'inizio della partita, sono andato in tribuna e ho attaccato la bandiera dell'Ucraina. Nessuno ha detto niente neanche a me. Ho chiesto a un poliziotto di farmi una foto con la bandiera dell'Ucraina e lui l'ha fatto. Ma 10 minuti dopo, un uomo in giacca e cravatta con un'insegna della Federcalcio turca è venuto e mi ha detto di togliere la bandiera.Gli ho chiesto perché non era possibile appendere la bandiera dell'Ucraina quando nello stadio c'erano già bandiere di Tunisia, Albania, Kazakistan e Palestina. Queste sono solo le bandiere che ho visto quella sera sugli spalti. Ma non mi è stata data una spiegazione".

Insomma nulla da fare per l'uomo che ha dunque avuto un approccio problematico al match, ma ha trovato la solidarietà dei tifosi del City: "Mi hanno tolto la bandiera. L'ho chiesta indietro e me l'hanno data. Ho iniziato a rimetterlo sul cavalletto perché non mi avevano spiegato perché era proibito. Ma i lavoratori dello stadio hanno iniziato a strapparmi la bandiera dalle mani, mi hanno colpito sulle braccia. Ho filmato tutto in video. Mi hanno chiesto di spegnere il video, ma non l'ho fatto. Poi mi hanno chiesto di eliminare il video dal mio telefono. Poi mi hanno chiesto se fumavo. Ho detto no. Volevano che andassi fuori dallo stadio con loro, ma non mi hanno spiegato dove. Ho rifiutato. Ho detto che non avrei cancellato il video. Pochi minuti dopo, i tifosi del Manchester City sono venuti da me e mi hanno protetto. Mi hanno portato al loro stand dei tifosi e ho passato l'intera partita con loro".

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