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Playoff NBA: i Bucks spazzano via Miami, vincono Portland, Philadelphia e Utah

Nelle 4 sfide della notte di Playoffs NBA fa rumore lo sweep che i Bucks rifilano a Miami, in partita solo nel primo tempo e poi crollata sotto i colpi di Giannis Antetokounmpo e di un gruppo sempre più solido. Philadelphia e Portland vincono convincendo, Utah batte la resistenza di Ja Morant e dei suoi Grizzlies.
A cura di Luca Mazzella
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I finalisti NBA eliminati con un dolorosissimo sweep (4-0), Blazers e Denver che ci assicurano almeno di arrivare fino a gara 6, Philadelphia che marcia su Washington e Utah che batte la sempre più convincente Memphis, un gruppo di ragazzi terribili che sta accumulando esperienza, consapevolezza e certezze partita dopo partita.

Miami Heat – Milwaukee Bucks 103-120

Sono passati appena 7 mesi da quando, da prima testa di serie della Eastern Conference, i Bucks furono eliminati da Miami nella bolla di Orlando, vedendo il loro sogno infrangersi già nelle semifinali. Da allora sono cambiate tante cose: in positivo per Milwaukee, che con l’aggiunta di Holiday e un diverso utilizzo dell’MVP in carica Antetokounmpo si sta dimostrando squadra molto più completa e matura rispetto alle prime edizioni viste con coach Budenholzer, storicamente molto convincenti in stagione regolare ma prevedibili in post-season; per Miami in negativo, perché dopo la cavalcata della scorsa stagione conclusa solo alle Finals le aspettative erano alte e questo modo arrendevole di uscire con due sconfitte di fila davanti al pubblico dell’American Airlnes Arena fa malissimo.

Proprio Giannis è stato uno dei migliori in campo ieri notte, con una tripla doppia in cui spiccano soprattutto i 15 assist, suo nuovo record ai Playoffs. Grazie anche alle sue giocate, unite a quelle di Khris Middleton, Jrue Holiday e di un redivivo Brook Lopez fattore offensivo e difensivo (76 tiri contestati in 4 partite) per l’intera serie, i Bucks sono stati capaci di rialzarsi dopo un primo tempo di orgoglio di Miami, chiuso in svantaggio di 9 punti, grazie a un parziale di 24-4 nel terzo quarto che ha totalmente ribaltato l’inerzia della gara e un più in generale un secondo tempo da grande squadra. Fondamentale anche l’apporto di Bryn Forbes (22 punti con 7 triple), altra chiave della serie, al quale saranno chiesti sempre più minuti e tiri dopo l’infortunio di Donte DiVincenzo, che ha chiuso anzitempo la stagione. Miami, che ha letteralmente ceduto di schianto sulla distanza, non ha trovato per tutta la serie adeguate risposte nel pitturato alla fisicità dei Bucks, spiegata al meglio dai 25 punti con 11/15 al tiro di Brook Lopez, che non ha avuto bisogno di prendere un singolo tiro oltre l’arco, specialità della casa, trovando sempre soluzioni comodissime a pochi metri dal ferro. Dominio che ovviamente fa puntare il dito contro il lungo Heat Bam Adebayo, irriconoscibile per tutta la serie e evidentemente ai minimi storici di fiducia, totalmente spaesato sulle due metà campo. Delude anche Jimmy Butler, 58 punti in 4 partite con pessime percentuali, ombra di se stesso e comunque miglior uomo di Miami nella serie, per inquadrare la mediocrità del resto del roster. Su di lui Budenholzer, per la partita di ieri, ha deciso di posizionare Giannis, che ha mostrato tutte le sue doti difensive costringendo il 22 Heat a una gara da 4/15 dal campo.

I Bucks ora si mettono comodi nell’attesa di conoscere l’avversario delle semifinali, molto probabilmente i Brooklyn Nets. Con più riposo a disposizione e la consapevolezza che un 4-0 ai finalisti NBA e loro carnefici nella scorsa stagione, è bene non porsi limiti. L’obiettivo è l’anello.

Portland Trail Blazers – Denver Nuggets 115-95

I “soli” 20 punti coi quali Portland si è sbarazzata nella notte di Denver non inquadrano realmente il dominio della squadra di Damian Lillard contro il futuro MVP Nikola Jokic. I Nuggets infatti non sono praticamente mai stati in partita, salvo nel primo quarto, chiudendo sotto di dieci i 24 minuti iniziali e crollando definitivamente in un terzo quarto perso 36-19. Nel corso dei minuti successivi lo svantaggio è arrivato a toccare i 33 punti, rendendo il finale di gara un lunghissimo garbage time. Portland ha ottime risposte da Norman Powell, autore di 29 punti con appena 15 tiri, 11 dei quali trasformati, da Jusuf Nurkic con 17 punti e da CJ McCollum, a quota 21 a fine gara. Il dominio dei ragazzi di Stotts sta tutto nella partita di Lillard, che chiude con 1-10 al tiro, aggiunge 8 rimbalzi e 10 assist, ma può permettersi una serata del genere e vedere comunque i suoi compagni dominare contro la favorita Denver. Da segnalare anche i 12 punti dalla panchina di Carmelo Anthony.

Per la squadra di Malone il serbo Jokic si concede una gara molto sotto i suoi standard (7/18 al tiro e appena 16 punti) mentre Michael Porter Jr nemmeno ci prova (3 tiri tentati) mostrandosi fuori dalla gara sin dai primissimi minuti. Del quintetto a salvarsi, si fa per dire, è il solo Facundo Campazzo. Gara 5 sarà quindi il pivotal-game della serie, quello su cui girerà in un senso o nell’altro il tutto. Dopo tre partite equilibrate la schiacciante vittoria Blazers di ieri potrebbe lasciare il segno.

Washington Wizards – Philadelphia 76ers 103-132

Gara 3 che, esattamente come gara 2, ha poco da raccontare. I 76ers, trascinati da un Joel Embiid autore di 36 punti (massimo in carriera in post-season) e 8 rimbalzi in appena 28 minuti, dominano contro Washington sin dal primo tempo in cui segnano 72 punti totali e controllano la sfida con un vantaggio in doppia cifra. Dai Wizards era lecito attendersi, davanti al loro pubblico per la prima volta nei Playoffs, una prestazione diversa, ma i valori in campo pendono troppo a favore del roster di Doc Rivers, che ancora una volta può permettersi rotazioni allungate e riposo extra per le sue superstar, in attesa di test più probanti.

Il 59% dal campo e il 51% con cui Phila chiude gara 3 sono il manifesto della pochezza difensiva della squadra di casa, che si consola – per modo di dire – con la tripla doppia di Russell Westbrook (26-12-10) e l’ennesima gara convincente di Daniel Gafford, arrivato come tappabuchi nelle ultime settimane di RS rivelatosi giocatore di grandi qualità fisiche sul quale contare anche per il futuro. Salvo clamorosi colpi di scena, serie destinata a chiudersi nella prossima partita. Philadelphia incontrerà la vincente di Knicks-Hawks, attualmente sul 2-1 per Atlanta.

Memphis Grizzlies – Utah Jazz 111-121

A questo punto viene da chiedersi cosa sarebbe stata la serie se anche in gara 1 ci fosse stato Donovan Mitchell. Il numero 45 dei Jazz, autore di 29 punti, trascina ancora una volta i suoi alla vittoria, questa volta in trasferta, riprendendosi il fattore campo perso in una gara 1 costretto ad assistere dalla panchina dopo lo stop cautelativo imposto dallo staff medico della squadra. Memphis insegue per tutta la partita, salvo far tremare Utah con un parziale di 13-2 che riporta la partita in equilibrio e regala un gran finale nel quale sale in cattedra proprio “Spida” Mitchell, che guida un contro break di 14-2, e assieme ai canestri clutch di Mike Conley (27 punti – 6 rimbalzi – 8 assist) porta a casa la vittoria.

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I Jazz chiudono con tutto il quintetto in doppia cifra (e il solito Gobert in doppia doppia coi rimbalzi) a cui si aggiungono i 15 del fresco Sesto Uomo dell’anno Jordan Clarkson. I Grizzlies vedono brillare sempre più la stella Ja Morant (29 punti e quarto nella storia con almeno 100 punti segnati nelle prime tre gare in carriera ai Playoffs) e continuano a ricevere ottimi segnali da un Dillon Brooks ormai solido in attacco (27) e non più semplice specialista difensivo.

La squadra di Jenkins sta usando queste partite per crescere enormemente in mentalità e nella consapevolezza che, a prescindere dall’esito di una serie che giocheranno fino all’ultimo secondo, questo primo viaggio in post-season sta plasmando, notte dopo notte, la fiducia di un gruppo che ha tutto a suo favore per diventare grande negli anni. Utah, ritrovato il suo trascinatore, punta a portare a casa anche gara 4 per poi chiudere la serie davanti al suo pubblico.

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