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LeBron James furioso, fa cacciare due tifosi a bordocampo: offese orribili durante Pacers-Lakers

Nel supplementare della sfida tra Pacers e Lakers, vinta da questi ultimi grazie ai suoi 39 punti, LeBron James ha fatto cacciare due tifosi dall’arena per offese.
A cura di Luca Mazzella
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Nella notte in cui si è ripreso la "corona" da Re nella sua miglior prestazione stagionale, grazie ai 17 punti (dei 39 totali) tra ultimo quarto e supplementare che hanno abbattuto la resistenza degli Indiana Pacers, LeBron James è di nuovo il centro delle attenzioni dei media e dei tifosi da tutto il mondo e non solo per le prodezze offerte con la palla tra le mani in maglia Lakers. A tenere banco questa volta però non è una sua espulsione – costata peraltro una giornata di squalifica – come contro i Pistons, ma quella di due tifosi dall'arena, rei di aver rivolto pesanti offese al giocatore e alla sua famiglia. Una espulsione decisa proprio su sua segnalazione. Tutto è avvenuto a meno di due minuti dalla fine del tempo supplementare, con i vari steward a calmare i due rumorosi fan a bordo campo e James che, a quel punto, ha richiamato direttamente l'attenzione degli arbitri per far prendere provvedimenti indicando i posti e i soggetti colpevoli. I due, un uomo e una donna, avrebbero prima ignorato i reiterati richiami della sicurezza, per poi essere costretti a lasciare il parquet dopo l'intervento della point-guard (nella notte anche centro) di Los Angeles che ha avvicinato l'arbitro Rodney Mott spiegando quanto stesse avvenendo.

Offese al figlio Bronny?

I due tifosi, secondo rumors che stanno circolando sul web con tanto di testimonianza di alcuni presenti all'arena, avrebbero rivolto gravi offese non sono a LeBron ma anche al figlio Bronny, arrivando ad augurargli la morte. Frasi che hanno evidentemente colpito James, che poco dopo aver fatti allontanare ha poi canalizzato le sue attenzioni verso i malcapitati Pacers, messi k.o. con una tripla e un elegante canestro svitandosi sulla linea di fondo, entrambi a distanza di pochi secondi l'uno dall'altro e accompagnati da uno sguardo in direzione dei posti rimasti liberi dopo l'allontanamento dei fan. Il 6 – non nuovo a fatti del genere essendo già capitato ad Atlanta un episodio simile – ha preferito non soffermarsi a lungo sulla vicenda godendosi la risicata vittoria arrivata per giunta senza Anthony Davis, limitandosi ad affermare che "c’è una grossa differenza tra tifare per la propria squadra e oltrepassare la linea. Linguaggio scurrile e brutti gesti come quelli usati non si possono tollerare".

Le difficoltà dei Lakers

James, di rientro dopo la prima sospensione della sua carriera, è rimasto in campo per quasi 44 minuti, segno di come in questo momento la squadra abbia ancora terribilmente bisogno della sua pallacanestro per superare le difficoltà sia offensive che difensive. Un segnale pessimo per dei Lakers ancora alla ricerca di un identità, e per un giocatore al quale all'alba dei 37 anni vengono ancora chiesti gli straordinari per superare un roster modesto come quello degli Indiana Pacers. Ulteriori elementi per invitare dirigenza e coaching staff – da dire che stanotte mancava Anthony Davis – a una profonda riflessione in chiave mercato: se James è ancora l'ago della bilancia di Los Angeles, occorrerà preservarlo e non affidarsi esclusivamente a lui.

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