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I nuovi Los Angeles Lakers, tra utilizzo di Russell Westbrook e la ricerca di specialisti

Il numero 0 gioca la prima vera partita ai suoi standard e, complice l’assenza di LeBron James, è protagonista assoluto nella vittoria in rimonta dei Los Angeles Lakers in Texas, sponda San Antonio Spurs. Un ulteriore passo in avanti per una squadra ancora in cerca della sua reale identità ma che partita dopo partita inizia a trovare i suoi equilibri.
A cura di Luca Mazzella
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Russell Westbrook è tornato, o forse non è mai andato via. In attesa che Frank Vogel trovi la giusta collocazione e il giusto minutaggio per le 3 superstar della squadra e nella speranza di recuperare quanto prima tutti i giocatori infortunati (su tutti LeBron James, il cui fastidio alla caviglia malconcia dallo scorso anno preoccupa lo staff tecnico e lascia intravedere la possibilità di una più oculata gestione fisica del numero 6 durante la stagione), i Los Angeles Lakers trovano la seconda vittoria di stagione, nel segno del giocatore più atteso e anche più criticato, "The Broodie". Il cui marchio sulla gara di stanotte si è spinto oltre il clamoroso dato statistico (33 punti, 10 rimbalzi, 8 assist, 3 palle recuperate e 15/27 dal campo), lasciando infatti anche un'impronta emotiva sui momenti più importanti del match.

È stata infatti questa sua poderosa schiacciata nel traffico la giocata che ha definitivamente messo al tappeto degli Spurs in partita fino alla fine dei regolamentari e a contatto fino a costringere i campioni NBA 2020 al supplementare. Da lì in poi le giocate di Westbrook, supportato alla grande da Anthony Davis e grazie alla preziosa energia di un sempre più apprezzato e coinvolto rookie come Austin Reaves, hanno fatto il resto. Proprio i primi 2 erano stati i protagonisti della rimonta degli ospiti, con 14 punti nel parziale di 17-4 che ha riportato i Lakers a contatto nel terzo quarto.

La convivenza James-Wesbrook. Dividerne i minuti la soluzione?

Quello che, sin dall'aggiunta del giocatore ex Wizards, sembrava essere un potenziale problema nella gestione soprattutto offensiva della squadra, ha trovato ieri notte un ennesimo piccolo segnale: il "fit" tra LeBron James e Russell Westbrook non è dei migliori, soprattutto con questo determinato contorno di giocatori. Gli sforzi nel provare a rendere performante Mister Tripla Doppia anche senza palla tra le mani si potrebbero rivelare ben presto molto vani, come già testimoniato proprio contro San Antonio.

In diverse occasioni infatti Westbrook è stato in grado, come suo solito quando al top fisicamente, di generare vantaggi per sé e per i compagni con le solite penetrazioni di forza al ferro, e senza ricorrere all'abuso del tiro dal mid-range, tentazione nella quale è caduto più volte in carriera. La contemporanea presenza sua e di James sul parquet imporrebbe che almeno uno dei due si accontenti di giocare off the ball, alla ricerca di ricezioni su tagli e scarichi, caratteristica in realtà totalmente nelle corde di Westbrook ma molto difficile da ricercare a questo punto della carriera.

Allo stesso tempo, ad accontentarsi dovrebbe e potrebbe essere James, per quanto un cambio così drastico di gioco potrebbe non esaltarne al massimo le capacità da creator. Una possibile soluzione, sebbene estrema, potrebbe essere quella di dividere scientemente i minuti tra le due star, ipotizzando un ruolo da sesto uomo per Westbrook.

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Il nuovo Alex Caruso: il rookie Austin Reaves sempre più coinvolto

Un'altra delle possibili chiavi di volta della stagione dei Lakers potrebbe essere il coinvolgimento e la maturazione a tempo di record del rookie Austin Reaves. Il classe 1998, ancora una volta, è stato scelto da Frank Vogel nella closing lineup con cui la squadra ha giocato gli ultimi minuti di partita, i più importanti. La conoscenza decisamente evoluta del gioco e istinti difensivi di primissimo livello, uniti a un'energia che in un roster così vecchio e usurato sono una risorsa di inestimabile valore, ne hanno già fatto nell'immaginario di tutti i tifosi giallo-viola un nuovo Alex Caruso. In assenza di difensori perimetrali e specialisti come la guardia ora passata ai Chicago Bulls, LeBron potrebbe aver trovato in Reaves un profilo funzionale e fortemente complementare al suo gioco.

La luce in fondo al tunnel passa dalle rotazioni

Westbrook con o senza LeBron, minuti per Reaves, convivenza tra Rondo e le altre point-guards della squadra, esterni difensivi, minuti di Anthony Davis da ala grande o da unico lungo in un quintetto small, utilizzo di Dwight Howard o DeAndre Jordan. 4 partite sono poche, ma sufficienti per capire quali siano allo stato i dilemmi nella testa di Vogel, risolti i quali la situazione in casa Lakers diventerebbe davvero interessante.

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